“È importante che la politica ci stia a sentire. Il rilancio di questa regione può e deve partire anche da noi imprenditori”. Più che un monito, quello di Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, è un invito schietto, chiaro e senza mezzi termini rivolto alle istituzioni, alle forze politiche, alla società civile. Dal palco della sala Etna di Etnafiere, dove si è svolta l’assemblea finale di Expandere 2015, l’evento di rete più importante di CdO, al quale ha partecipato anche il presidente nazionale Bernhard Scholz, il presidente di Compagnia delle Opere Sicilia Orientale, Salvatore Abate, delinea i possibili scenari futuri e presenta il neonato Ceap (Consorzio etneo attività produttive) che comprende non soltanto soci CdO ma anche imprese non aderenti, unite però dallo stesso intento. Il consorzio, formato da una decina di aziende di vari settori, non ha scopi di lucro e la finalità sta nel metodo della mutualità in quanto assiste i consorziati nella promozione e nell’esercizio della loro attività. Si intende cioè favorire le condizioni necessarie per lo sviluppo armonico e ordinato in tutti i settori delle attività economico-produttive del territorio.
“Non vogliamo sostituirci alla politica o alle istituzioni – sottolinea il presidente del consiglio di amministrazione di Ceap, Roberto Monteforte – L’obiettivo è invece quello del dialogo. Ciò che chiediamo alla politica è di far la loro parte favorendo la costruzione di infrastrutture e servizi in modo che le aziende possano sviluppare tutto il proprio potenziale. E questo possono farlo concedendo alle aziende che investono in prima persona per il bene pubblico degli sgravi di natura tributaria. Si parte quindi da un presupposto: il bene del territorio passa dal benessere delle nostre imprese così come il benessere delle nostre imprese passa dallo sviluppo del territorio. Deve essere un momento di sinergia e confronto”.
Gli imprenditori quindi sono pronti a mettersi a lavoro in prima persona a patto che le istituzioni ne riconoscano, in termini concreti ed economici, lo sforzo effettuato.
Un concetto più volte ribadito da Salvatore Abate che riprende quattro idee su cui si può basare la ripresa del sud: “Rinunziamo come meridionali a ogni tipo di sussidio, di intervento a pioggia, di incentivo in cambio di una reale detassazione per gli investimenti, per chi reinveste gli utili in azienda, per chi vuole avviare e sviluppare nuove imprese; chiediamo una legislazione che permetta, nel Mezzogiorno, una reale flessibilità nei rapporti di lavoro, anche in funzione del territorio in cui sono insediate le imprese, e che favorisca, quindi, l’avvio di nuove aziende. È necessario studiare e attuare modalità per le quali le imprese del Sud possano realizzare interventi strutturali e infrastrutturali, riconosciuti di rilevanza pubblica e utili per il proprio sviluppo, anche anticipandone i costi da scomputare poi nei rapporti con la Pubblica amministrazione. Riteniamo infine che sia importante aprire, e chiudere brevemente, un reale dibattito per individuare insieme le grandi infrastrutture necessarie per lo sviluppo delle imprese del sud”.
Un’edizione, quella di Expandere 2015, ricca di contenuti e di appuntamenti che si sono snodati nel corso di tutta la giornata. “Siamo soddisfatti – spiega il direttore Cristina Scuderi – c’è stata grande partecipazione, un numero più elevato di presenze rispetto allo scorso anno e interesse per i temi trattati durante i workshop. Abbiamo organizzato incontri B2B, tavoli di confronto anche con importanti istituti di credito, esperienze formative e informative sviluppate nel pieno rispetto della filosofia di CdO: creare opportunità di crescita professionale”.