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Chi era Ignazio Florio? Biografia, cosa ha fatto, curiosità

Chi era Ignazio Florio? Biografia, carriera e curiosità sul figlio di Vincenzo Florio, noto come Ignazio Senior. Dove è nato, cosa ha fatto, le attività nel commercio. Dal Marsala all’isola di Favignana, dalle attività di navigazione al commercio, tutto quello che c’è da sapere.

Ignazio Florio Senior

Ignazio Florio nasce a Palermo il 17 luglio del 1838. È figlio di Vincenzo Florio, iniziale artefice dello sviluppo della Casa di Commercio Florio del capoluogo, e Giulia Portalupi. Sotto la guida di Vincenzo, la Casa Florio si occupa di tante attività imprenditoriali, in settori diversi: navigazione, industria tessile, produzione enologica, estrazione e raffinazione degli zolfi, siderurgia, industria della pesca.

Quando il padre muore, nel 1868, Ignazio liquida le quote degli altri eredi, cioè le sorelle Giuseppina e Angelina, e si dedica all’ulteriore sviluppo delle aziende di famiglia. Rinsalda ancora di più le relazioni amichevoli con Giovanni Barbavara, direttore generale delle Poste italiane, già interlocutore indispensabile di suo padre in merito ai servizi di trasporto marittimi che la società Piroscafi postali di I. e V. Florio svolgeva in base ad una convenzione con lo Stato firmata nel 1862.

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Attività commerciali dei Florio

Diverse sezioni della Casa di commercio mostrano una buona vitalità. La Fonderia Oretea, che Vincenzo Florio ha rilevato nel 1840, funziona a pieno ritmo. Sebbene non possa reggere il confronto con le più moderne industrie del settore operanti in Italia, è in grado di soddisfare una domanda esigente, anche di provenienza extra isolana. Fra i prodotti principali figurano macchine a vapore, macchine per la distillazione, idrovore, macchine agricole, nonché impianti su ordinazione da impiegare nelle miniere di zolfo.

Con l’ulteriore sviluppo della società di navigazione, l’impianto sviluppa poi una marcata specializzazione nella meccanica navale. Nel 1874 Ignazio Florio acquista le tonnare di Favignana, Formica, Levanzo e Marettimo dai Marchesi Rusconi di Bologna e Pallavicino di Genova, seguendo anche in questo caso le orme del padre. Negli anni compresi tra il 1878 e il 1888 gli investimenti nell’industria della lavorazione del tonno producono utili pari al 20%, dando lavoro a circa 900 tra operai fissi e stagionali.

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Un altro dei settori di attività ereditati dal padre Vincenzo è quello degli zolfi. Oltre alla miniera di Bosco di San Cataldo di sua proprietà, Florio assume infatti nel 1886 la gestione delle zolfare di Rabbione, vicino a Caltanissetta, e di Grottarossa, per una produzione annua totale di circa 4.500 tonnellate; questo lo rende uno dei principali produttori dell’isola.

Ancora, un’altra attività di Casa Florio è quella enologica, nello stabilimento di Marsala negli anni Trenta dell’Ottocento. Nei primi anni Settanta la domanda del vino Marsala è in forte espansione l’impresa agricola dei Florio arriva a disporre di una forza lavoro di 300 addetti. Il punto di forza, comunque, rimane sempre la compagnia di navigazione.

Il settore della navigazione

Il fallimento della Società di navigazione “La Trinacria” offre nel 1876 alla Piroscafi Postali di Florio l’occasione di acquistare a prezzi di liquidazione tredici piroscafi di recente costruzione. Il nuovo contratto delle convenzioni postali, firmato nel febbraio del 1877, ha una durata di 15 anni, con scadenza al 31 dicembre del 1891.

La Piroscafi Postali riesce ad assicurarsi il monopolio dei servizi tra la Sicilia e il continente – con le diramazioni per Malta e per Tunisi – e fra l’Italia e il Levante, e a portare la sua quota di partecipazione sul totale delle sovvenzioni statali dal 21,7% del 1876 al 44,3% del 1887, mentre la compagnia dell’armatore genovese Raffaele Rubattino vede la propria quota passare dal 37,6 al 42,2%.

La Piroscafi Postali  mette in mare nuove unità, tra cui il Venezia, costruito nel cantiere Orlando di Livorno, e le due ammiraglie Vincenzo Florio e Washington, costruite nei cantieri scozzesi sul Clyde e destinate a essere impiegate sulle rotte transatlantiche. Insieme con la solidità economica, la compagnia Florio consegue un indiscusso prestigio all’estero: nel 1879, il Governo tedesco la preferisce, nell’assegnazione delle linee commerciali con il Levante, alle prestigiose compagnie Lloyd austriaco e Südbahn.

Ignazio Florio

Il futuro, tuttavia, è incerto. La depressione economica mondiale provoca il ribasso dei noli e costringe alla liquidazione diverse compagnie di navigazione. Florio deve mantenere bassi i noli internazionali, mentre contemporaneamente aumentano gli oneri fiscali a carico degli armatori italiani e la pressione della concorrenza estera, in particolare francese e austriaca. A ciò bisogna poi aggiungere il progressivo spostamento a livello mondiale dei servizi di viaggio e trasporto dalla nave al treno e la crescente specializzazione della nave nei collegamenti veloci intercontinentali e nel grande trasporto.

All’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento, Ignazio Florio cede alle ormai numerose sollecitazioni politiche, che lo spingono a esaminare una possibile fusione con la compagnia Rubattino. L’integrazione delle due compagnie avrebbe creato un’unica grande flotta che, godendo della quasi totalità delle sovvenzioni statali, avrebbe potuto espandere i servizi liberi, soprattutto verso le Americhe, contando anche sull’appoggio finanziario del Credito mobiliare, interessato alla fusione come azionista della compagnia ligure.

Nel marzo 1881 le parti sottoscrivono un contratto preliminare presentando nel contempo formale istanza al Governo per la prescritta approvazione da parte delle Camere. Immediata è la reazione delle piccole compagnie, specialmente genovesi, unite nel denunciare la nascita del monopolio marittimo in Italia. Le ragioni favorevoli alla fusione sono però riconosciute di gran lunga prevalenti e il ministro Alfredo Baccarini presenta nel maggio del 1881 un disegno di legge che dà mandato all’esecutivo di regolare i termini dell’accordo, poi approvato rapidamente dal Parlamento.

Il 4 settembre successivo nasce la Navigazione generale italiana (Società riunite Florio e Rubattino), con sede sociale a Roma e due sedi compartimentali a Palermo e a Genova, dirette rispettivamente da Ignazio Florio e Raffaele Rubattino. Si presenza come la più potente compagnia del Mediterraneo, dopo la Messageries Maritimes di Marsiglia, e il più grande complesso armatoriale mai sorto in Italia.

Il ruolo giocato da Ignazio Florio nella creazione della Navigazione generale è sancito dalla nomina a Senatore a vita nel 1883. La nascita della Navigazione generale non risolve tuttavia i nodi di fondo alla base della crisi di un modello di gestione dei servizi marittimi pesantemente dipendente dalle sovvenzioni statali. Ignazio, tuttavia, non arriva a vedere il declino vissuto negli anni successivi dalla Navigazione generale e dalle altre aziende di famiglia. Muore a Palermo, il 17 maggio del 1891. Ha sposato nel 1866 la baronessa Giovanna D’Ondes Trigona, dalla quale ha avuto i figli Ignazio jr, Vincenzo e Giulia.

Redazione