Di Nando Cimino
Originario dell’America meridionale, all’Opuntia Ficus Indica, ormai divenuto uno dei simboli della nostra Sicilia, sono sempre state riconosciute proprietà salutistiche; infatti oltre ad essere poco calorico serve anche a mantenere regolare la funzione intestinale. Tante le ricerche che lo indicano pure come naturale rimedio per la cura del diabete e di alcune malattie cutanee; importante soprattutto il suo apporto nutritivo dovuto alla naturale ricchezza di vitamine. Ma anche quando la medicina era ancora a livelli empirici e la cura del corpo era spesso affidata ad improvvisati maghi o guaritori, il ficodindia aveva un suo ruolo di primaria importanza.
In Sicilia esso veniva ritenuto particolarmente efficace per la cura di malattie del fegato e della milza; e quando una persona soffriva di sintomi legati all’ingrossamento di questi due organi, per favorirne la guarigione si era soliti appendere questo frutto ancora attaccato alla pala sul soffitto della casa; in genere nella cucina, stanza ritenuta più calda. Secondo questa credenza infatti, allorchè essiccandosi, il frutto incominciava a diminuire di volume, così allo stesso modo, non si sa bene per quale tipo di alchimia, anche l’ammalato ne godeva l’influsso e così pure fegato e milza diminuivano la loro dimensione. Non so se il metodo funzionasse davvero; qualche anziano sostiene di si; ma chissà quanti saranno pure passati a miglior vita in attesa di questa improbabile guarigione. Che il ficodindia faccia comunque bene è fuor da ogni dubbio; quindi visto che siamo proprio nel periodo giusto mangiamone in abbondanza di tutti i tipi e di tutti i colori, ne godrà il corpo ma anche….. lo spirito.