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Fiorello come David Letterman. Il paragone è di Claudio Cerasa, direttore palermitano de "Il Foglio", in un articolo che esalta lo showman. Secondo Cerasa, il direttore generale della Rai Antonio Campo Dall'Orto dovrebbe dire a Fiorello "vieni con noi, stop, vogliamo creare in Italia un nuovo programma a metà tra il varietà e il talk-show, una specie di David Letterman Show, e tu sei la persona giusta. Punto.".

L'articolo prosegue con lodi sperticate: "Non c’entra con il renzismo, non c’entra con la politica e non c’entra con il referendum. C’entra con una qualità non particolarmente notata di cui oggi Fiorello, attraverso il suo programma, la sua “Edicola Fiore”, con i suoi servizi brevi, gli stacchi ogni quarantacinque secondi, la mezzora di risate, il ritmo fantastico, è diventato portatore sano: gli Showman che fanno sorridere e diffondono comicità senza fare retorica (tranne qualche volta sui Pooh e su Fabio Rovazzi), senza innervare i propri spettacoli di dichiarazioni di voto subliminali (Sabina Guzzanti) e senza doverci dimostrare ogni giorno di essere quasi dei politici mancati (Crozza) sono una rarità".

E ancora: "In un paese in cui i comici fanno politica, in cui alcuni giornali fanno campagna politica usando i nomi di comici defunti, in cui i politici che seguono le indicazioni dei comici in chief riescono a essere persino più comici dei loro leader, in cui i giornalisti che insultano le persone si travestono da comici nascondendo i propri sputazzi dietro la maschera della satira, si capisce bene che fare degli show comici senza retorica e dunque senza politica diventa complicato per una ragione semplice che è inscritta nel Dna del circo mediatico: se un uomo di spettacolo non segue la corrente dominante del politicamente corretto – e non scandisce parole a caso come “JP Morgan”, “Licio Gelli”, “Parlamento incostituzionale” in una fase in cui Pinochet è alle porte (del Venezuela, ovvio) – quell’uomo di spettacolo rischia di essere considerato un disertore della giusta morale".

E qui viene il bello del pezzo: "Fiorello invece se ne fotte alla grande. Riesce a fare informazione (su Sky) senza voler necessariamente formare le persone (tranne qualche volta sui Pooh e su Fabio Rovazzi) e riesce ad applicare lo schema della radio (parole che potrebbero vivere tranquillamente anche senza immagini) alla tv, mescolando tutti i generi: le chiacchiere sui social, le discussioni da bar, le notizie sui giornali, le performance live.

Ci vorrebbe ogni giorno uno showman unico della nazione come Fiorello in prima serata, anche a confronto con i politici, per farci dimenticare i professionisti della morale e dell’anti politica. Il servizio pubblico cerca da anni il suo David Letterman. A via Flaminia Nuova, al Bar Ambassador, oggi c’è un signore che gli somiglia parecchio".