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Messa a dura prova dalle malattie, dai pesticidi e dall’inquinamento che provoca morie consistenti di questi operosi insetti, l’apicoltura siciliana resiste. E lo fa anche a Sortino, ridente località del siracusano, fiorente di tradizioni e passato illustre, che vede nella sua peculiarità la forza per continuare questa gloriosa attività da parte dei “fascitrari o “fasciddari” così come sono chiamati da queste parti gli apicoltori tradizionali che usano ancora oggi, l’antica tradizione di produrre il miele, prezioso dono della Terra e del tempo, tramite arnie costruite con la “fascetra” ossia il legno di ferula, arbusto spontaneo che si può trovare ovunque in Sicilia. In quel luogo “magico” che è Pantalica (l’antica necropoli non lontana da Sortino e Ferla) le api di Sortino producono un miele noto fin dall’antichità e citato anche da Varone, Ovidio, e Virgilio.

Un miele particolare dunque, raccolto con la torchiatura dei favi in modo tale che la cera resta impregnata di miele, polline e propoli, resti che non vanno persi, infatti, tramite la lavorazione della cera questi sottoprodotti sono sciolti in acqua bollente che a sua volta recuperati tramite la distillazione producono una bevanda alcolica che raccoglie in se, i sapori e gli odori dell’arnia. Alla bevanda in seguito corretta con miele cotto è aggiunto un ingrediente che varia da famiglia a famiglia, chi mandorle, chi agrumi vari, chi carrube. Un “liquore” particolare di nicchia, clandestino fino a qualche anno fa, infatti, la produzione di questo distillato per la legge italiana non garantiva igienicità del prodotto, ma che adesso grazie al laborioso lavoro di un’azienda locale la Xuto, il liquore è stato messo in commercio riscontrando un notevole successo, anche all’estero. Un’eccellenza e una tipicità del territorio che diventa fonte di reddito, strumento di marketing e incentivo all’occupazione giovanile. Tornare alle origini quindi per andare avanti, un’idea grandiosa e di facile realizzazione che forse è la ricetta segreta del successo del miele di Sortino.

Di Laura Ganci