Secondo l’Istat a leggere i libri sono sempre in di meno. 2.700 solo le case editrici nel 2010; una produzione che in quello stesso anno è arrivata a superare le 60mila pubblicazioni. Ma chi le legge? Solo il 45,3% della popolazione.
In Italia ci sono sempre meno lettori. E mentre in questi anni racconti e romanzi ricevono un’impennata verso l’alto (solo nel 2010 si è parlato di un +20%), i lettori diminuiscono.
Sono solo poco meno di 26 milioni gli italiani che nel 2011 hanno dichiarato di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti. Le donne si riconfermano le lettrici più accanite, benissimo anche i giovani, soprattutto quelli dagli 11 ai 17 anni, che rappresentano quasi il 61% della popolazione lettrice d’Italia; forse è merito dei genitori o forse della scuola.
La questione diventa però assurda e paradossale quando scopriamo che aumentano esponenzialmente anche gli scrittori. Soprattutto in Sicilia.
L’Isola ha sempre avuto una tradizione di poeti, letterati, studiosi e scrittori alle sue spalle. Basti pensare ai premi Nobel Quasimodo e Pirandello e per andare ancor più indietro basti pensare all’Archestrato di Gela con il suo ‘trattato sul buon mangiare’; e per rimanere sempre in tema scolastico non si può non ricordare anche Giovanni Verga o Leonardo Sciascia.
In Sicilia è nata una delle prime case editrici della Penisola, la Sellerio, che oggi sponsorizza autori come Andrea Camilleri, il quale assieme a Pirandello è uno degli scrittori più conosciuti di Sicilia, non soltanto in Italia ma anche all’estero. Un settore, quello dell’editoria, che nonostante sia sempre più in crisi (è solo di due giorni fa la notizia che la Carocci ha licenziato 17 dei suoi 32 dipendenti), continua a sfornare libri, e riviste; soprattutto romanzi e racconti.
Sono infatti romanzi quelli di Simonetta Agnello Hornby che nel suo “Un filo d’olio” passa proprio dalla Valle dei Templi di Agrigento; sono storie, anch’esse conosciutissime e molto amate dal pubblico, quelle di Giuseppina Torregrossa.
Ma nel carnet dei talenti siciliani della carta stampata, ci sono anche nomi meno conosciuti; giornalisti, poeti che hanno fatto la storia oppure stanno portando avanti, con passione, i colori e gli odori della propria terra.
Come nel caso di Stefano Veroux, siciliano di Taormina naturalizzato a Milano che con la sua “Rocca delle ingrate” ha portato alla ribalta quella parte di storia e architettura normanno-araba in salsa poliziesca, che ha caratterizzato la storia di Sicilia per lungo tempo.
Ma la Sicilia è anche in coloro che la hanno solo visitata, come Ottavio Cappellani, che con le sue storie su Catania ci riporta ai ‘cunti’ antichi sui Paladini, o Nunzio Russo, che ricorda la Sicilia dei pastifici.
Oltre ad essere racconto e romanzo, la Trinacria è anche nel sangue di chi ha deciso di fare della scrittura un mestiere quotidiano, come Valentina Carmen Chisari, una giornalista da poco cimentatasi in letteratura per l’infanzia; o come nel caso dei più celebri Giuseppe e Claudio Fava, e Roberto Gugliotta che hanno messo la parola a disposizione della lotta contro la mafia. La Sicilia è però anche cinema. Non soltanto attraverso gli scritti che sono diventati opere filmografiche, come “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi da Lampedusa, o attraverso i registi che hanno esportato la loro particolare visione all’estero, come Giuseppe Tornatore, ma anche attraverso chi come Vitaliano Brancati, ha dedicato la vita a costruirne sceneggiature.
E poi ancora poeti di spicco come Mariannina Coffa, Vincenzo Consolo, Gesualdo Bufalino e Giuseppina Turrisi, a cui devono necessariamente aggiungersi gli ideatori del sonetto: Jacopo da Lentini e Cielo d’Alcamo; oppure ancora uomini come Nino Martoglio, che hanno portato il teatro dialettale in giro per l’Isola.
Autore | Enrica Bartalotta