Il presidente del consiglio Giuseppe Conte a Palermo nella giornata di oggi, venerdì 14 settembre. Il premier ha inaugurato l'anno scolastico nell'istituto "Padre Pino Puglisi", nel cuore di Brancaccio. Presenti anche il sottosegretario alla Presidenza Vito Crimi e il prefetto Antonella De Miro. A fare più rumore, se possibile, l'assenza del sindaco Leoluca Orlando e del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. Orlando ha disertato per un motivo ben preciso: i tagli dei fondi per le periferie. Musumeci, da parte sua, avrebbe avuto un impegno improvviso e ha delegato l'assessore regionale all'Istruzione Roberto Lagalla. I bene informati, però, assicurano che ha disertato in quanto non avrebbe ricevuto l'invito direttamente dal premier.
Giuseppe Conte a Palermo, le polemiche
Uno "scippo di quasi 16 milioni di euro proprio al quartiere di Brancaccio": le parole di Leoluca Orlando non fanno sconti. Conte, invece, sottolinea polemicamente l'assenza del primo cittadino: "Se il sindaco ritiene di fare così e non accoglie il suo presidente faccia pure. Ma bisogna essere corretti però, ieri sera lavorando fino a tarda notte ho incontrato una ventina di sindaci dell'Anci e non ricordo il volto del sindaco Orlando". Poi spiega: "Abbiamo lavorato tanto e trovato una soluzione rispetto a un provvedimento che era incostituzionale, stiamo recuperando un profilo di costituzionalità e abbiamo trovato un percorso. In più ho assicurato il modo per recuperare questi finanziamenti. Se il sindaco Orlando ha nella sua testa progetti che non ha realizzato non è colpa mia". Conte, in sostanza, sta lavorando alacremente al dossier sui fondi per le periferie, un tema molto caldo e non soltanto da oggi.
Pino Puglisi, le parole di Conte a Palermo
Il ricordo di Pino Puglisi, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, è stato ricolmo di emozione: "Un giorno terribile. La mia presenza qui è quella dello Stato che rende omaggio a una persona speciale. Puglisi è stato un chicco di grano che ha dato frutti copiosi. La sua grande intuizione è stata quella di investire sui giovani, sulla formazione. Il contrasto alla mafia deve essere un passaggio ineludibile di qualsiasi azione di governo. Però lo Stato ha mezzi di prevenzione e repressione che, a seconda delle risorse e dell’attenzione e delle sensibilità, possono essere più o meno efficaci. Ma il contrasto più efficace è affidato a questo edificio, alla scuola". Il messaggio agli studenti è chiaro: "È più conveniente percorrere i sentieri di legalità ed evitare scorciatoie che prefigurano guadagni facili. Più corretto resistere e superare le paure, resistere alle tante microsopraffazioni, è su questa strada che i vostri insegnanti vi devono indirizzare. Il governo prova a fare il proprio dovere: le nuove misure anticorruzione che abbiamo approvato servono anche a contrastare la criminalità mafiosa".