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Il segreto del miserabile - copertina completaLa mia compagna ed io eravamo seduti su un divano, a vedere “ The sleepers “.
E abbiamo discusso  animatamente sui dubbi che il film propone alle coscienze.
E da lì le nostre riflessioni sono volate oltre.
Lontano. 

 

Il romanzo inizia con  la storia di un Miserabile, vittima di inaudita violenza, molto amato dalla gente.
Una figura maestosa, nella sua coerenza, poetica nella sua estrema povertà.
La figura del Miserabile scompare e cede il passo ad altri personaggi.
Il Saggio e i suoi valori di comunanza universale.
Il Prete e il suo credo religioso.
Caterina e l’Amicizia.
Lorenzo e la Giustizia.
E la Bellezza, la Rivoluzione, l’Amore…
Con le rovine dei valori in cui hanno creduto.
Che spesso hanno visto sbriciolarsi.
E le storie volano da un continente all’altro: dalla Polinesia alla Bolivia, dalla Svizzera al Giappone.


Ma è  dissacrante discuterne?

No. 
E’ meglio cercarne l’essenza, quella autentica.

Ma dove trovarla ?

Alla fine rispunta la figura del Miserabile.

Tra gli infiniti imbrogli, ecco una verità.

Tutto dentro a un segreto, mantenuto sino alla fine dei giorni.

Un segreto che li salva dalla disperazione.
Dalla rovina delle certezze finte.
Dall’imbroglio delle parole dei potenti
Li aiuteranno una bambina ( Annarita ) , una umile oste, una bambina senza nome, la Natura.
La storia è narrata con metrica quasi musicale.
Frasi brevi.
Scarsi prolegomeni.
E come in un’opera musicale, vengono inserite delle pause,
come l’aria all’interno di un’opera.
Poesie, che impongono un salto al lettore.
Dalle storie vere ai sentimenti espressi da esseri inanimati.

Piccoli defunti che parlano alla voce narrante.
Foglie che discutono con il loro  albero.
Il Mare che parla con il Cielo.
I morti in Paradiso che attendono i loro cari.
Un linguaggio che vuole sottolineare l’eccitazione del sentimento.

La narrazione è lontana dal verismo del mio primo romanzo, “ Gli Altavista “.
E non si tratta di una scelta ponderata.
Quest’altra storia mi è venuta così.
Scritta così.
Magari qualcuno dei personaggi è imparentato con quelli del precedente romanzo

Nella vita sono uno psicoterapeuta. 
Se dovessi fare osservazione su me stesso direi che nelle storie dei personaggi c’è la ricchezza del vissuto.
Allora, poche chiacchiere e molta emotività.
Ne ho visti di personaggi falsi e nella mia mente devono aver fatto a gara per essere rappresentati. Per non doversi dichiarare assenti all’Appello.

Gianfranco Cammarata