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Il trapper-coiffeur che racconta il quartiere Cruillas Marco Pirrotta D4L1 è ospite della nuova puntata del podcast Egoriferiti

Un artista-lavoratore a tutto tondo, per raccontare un quartiere popolare di Palermo: Cruillas. Con tutte le sue contraddizioni e problematiche. Con la sua gente costretta spesso a fare delle scelte nette tra onestà e malavita. Con il quartiere che da tutti è soprannominato “la zona”.          Marco Pirrotta in arte D4L1, leader della nuova scena trap palermitana – ma anche responsabile di una delle barberie, non solo per uomo, più frequentate di Palermo – è protagonista della puntata numero dieci del podcast “Egoriferiti”, l’unico del Sud Italia disponibile anche in versione video: la conversazione tra un ospite e le sue due coscienze – rappresentate dal regista Giuseppe Cardinale e dal giornalista Vassily Sortino – alla ricerca del punto più sincero e allo stesso tempo debole del proprio essere, disponibile in streaming in versione audio-video nelle principali piattaforme online, tutti i giovedì dalle 21.

YOUTUBE: https://youtu.be/l3TkT6jaNhw  SPOTIFY: https://open.spotify.com/episode/0bs8BkhqpdkmUwYDxmJCMy?si=2HP7Zg95RGqms1s7cQ2q9w 

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Una vita fatta di tante vite, già ricchissima a poco più di 27 anni quella di Marco-D4l1, diventato per il quartiere Cruillas, dai bambini agli anziani, il cantore delle caratteristiche e delle problematiche di un quartiere di periferia, che guarda “la città”, Palermo e il suo centro storico, quasi geograficamente dall’alto. Un territorio che, sentendo lontane le istituzioni, ha saputo auto-creare un suo equilibrio di vita interna e di quasi convivenza, a volte forzata e a volte conflittuale, con le autorità dello Stato.

Così D4L1 racconta al podcast Egoriferiti di un quartiere dove «i ragazzi di zona vogliono salvarsi dalla malavita, ma allo stesso tempo osservano con timore le “luci blu” delle auto della polizia» quando invadono il loro territorio.Nel corso dell’intervista il trapper-coiffeur ha raccontato anche di essere attualmente indagato e sotto processo per spaccio, ma anche dell’insensatezza dei testi dei suoi colleghi musicisti che esaltano la violenza contro le donne.«Siamo arrivati alla decima puntata – dicono Giuseppe Cardinale e Vassily Sortino – e ci siamo resi conti di vivere al momento la “golden age” dei podcast. Perché tutta la gente che potrebbe risentirsi di quello che noi diciamo, non sa neanche cosa è un podcast. È in momento fantastico della comunicazione. Perché siamo in un’isola felice dove possiamo dire cose che non potremmo sostenere in altre piattaforme mediatiche. Tutti i bigotti o chi non capisce un certo tipo di informazione non sanno nulla di podcast. Questo ci offre la massima libertà di espressione. Anche se sappiamo che durerà poco e presto saremo noi i boomer del futuro. Speriamo di non essere noi quelli che diranno ai podcaster che verranno: “Questo non si può dire”. A quel punto potremo anche andare in pensione».

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Redazione Fast News