Nella foto c'è un signore vestito in maniera stramba, folcloristica, ma con un certo stile e un certo portamento. E' il vecchio arriffatore siciliano. Un mestiere che, seppur in disuso, sopravvive per i vicoli delle cittadine più grandi della Sicilia.
Nel video invece è raffigurato l'arriffatore moderno.
E' sicuramente meno appetibile e meno “elegante”. Ispira una minore fiducia, ma si deve mimetizzare con il paesaggio per sfuggire alle forze dell'ordine.
Ma in cosa consisteva il lavoro dell'arriffatore?
Beh, definirlo lavoro è forse troppo.
Diciamo che chi non voleva sporcarsi le mani di terra e la fronte di sudore, preferiva organizzare delle riffe. Una riffa è una specie di lotteria rionale collegata al gioco del lotto.
L'arriffatore girava per il quartiere con un grosso tabellone sul quale erano impressi i 90 numeri del lotto. A ciascun numero associava lo scommettitore che aveva comprato uno o più biglietti. Quindi si procedeva con l'estrazione dei numeri in diretta. In diretta non vuol dire in televisione, ma sulla strada con tanto di panariello e numero della tombola custoditi al suo interno.
Spesso l'operazione era teatralizzata in modo da attirare l'attenzione dei passanti e delle donne di casa. Non a caso, in questo frangente l'arriffatore si faceva affiancare da un femminiello, un travestito che rendeva più divertente e interessante l'estrazione.
Ma che oggetti si vincevano?
Il più delle volte si vincevano oggetti casalinghi, qualche capo d'abbigliamento, ma anche cibo. Tutto a discrezione della fantasia dell'arriffatore che ben conosceva il quartiere.
Avete mai partecipato ad una riffa?
Autore | Viola Dante;