Non si diventa mastri birrai dall’oggi al domani. È stato, infatti, un percorso formativo teorico e pratico a condurre un gruppo di 11 ragazzi con la sindrome di Down a realizzare il sogno di produrre la loro prima birra, declinata in tre diverse tipologie. Grazie al sostegno del birrificio Bruno Ribadi in 450 bottiglie hanno racchiuso le speranze di inserimento nel mondo del lavoro.
Per sfatare pregiudizi e abbattere le barriere culturali non c’è modo migliore che dimostarne l’infondatezza e rappresentare quel ‘valore aggiunto’ in grado di fare la differenza. È questo il caso di un gruppo di ragazzi con la sindrome di Down, 11 per l’esattezza, che insieme hanno creato, dopo un percorso formativo teorico e pratico, la loro “prima” birra. Anzi, ben tre birre di diverse tipologie, di 150 bottiglie ciascuna.
Molto soddisfatto Giuseppe Biundo, CEO di Bruno Ribadi,la birreria artigianale di Cinisi che, nata nel 2016, è oggi una delle più importanti realtà del panorama brassicolo del Paese non ha perso di vista i valori che contano… “La birra, soprattutto quella artigianale, è un prodotto vivo che rispecchia chi la fa” ha detto Biundo. I ragazzi e le ragazze coinvolti nel progetto fanno parte dell’associazione sportiva dilettantistica “SporT21 Sicilia” (la T maiuscola sta per Trisomia 21, la Sindrome di Down) di Palermo guidata da Giampiero Gliubizzi e dell’Associazione Italiana Persone Down di Termini Imerese, presieduta da Ignazio Cusimano.
Questa rappresenta solo la prima parte del progetto “Sosteniamoci Insieme”, finanziato dall’Assessorato Regionale alla Famiglia per sostenere l’inclusione sociale dei ragazzi con disabilità intellettiva relazionale con sindrome di Down con l’obiettivo di sviluppare un approccio consapevole alla coltivazione dei prodotti attraverso la conoscenza delle principali tecniche di produzione e di trasformazione ecosostenibili dei grani antichi siciliani e degli ortaggi. Oltre al luppolo, l’orzo, il malto, l’acqua, in queste birre l’ingrediente speciale è dato dalla tenacia delle famiglie di gettare il cuore oltre le difficoltà, ponendo le basi per un reale percorso di vita indipendente delle persone down.
Anche i ragazzi non hanno nascosto la propria soddisfazione avvertendo che si tratta solo dell’inizio perché “la birra è un po’ amore”. “E il bello di fare la birra è stare insieme“. Non sono certo gli ostacoli a spaventarli perché gli atleti dell’associazione “SporT21”, sono abituati a “lottare”. I nostri atleti – spiega il presidente Giampiero Gliubizzi che è anche maestro di judo – seguono anche altre discipline, l’atletica, leggera ed il nuoto dove sono allenati da una sportiva d’eccezione come Sabrina Seminatore, ex campionessa olimpica di nuoto arrivata quinta alle Olimpiadi di Mosca“. Ma oltre allo sport è assolutamente necessario che dai 20 in su siano impegnati in attività manuali e continuative per sviluppare delle abilità e competenze professionali che li conducano alla conquista di un’indipendenza lavorativa ed economica”.
Ma non finisce qui. Dopo questa prima fase del progetto “Sosteniamoci Insieme” i ragazzi saranno accompagnati verso la realizzazione di un pub ed anche se nella fase iniziale si tratta di un piccolo impianto di 50 litri per fare delle micro produzioni, l’obiettivo futuro è potere realizzare quello che è un progetto di vita che dia loro motivazione oltre che il necessario sostentamento economico.