In vacanza con l'asino: ecco il turismo anti stress che va di moda. La storia è fatta di corsi e ricorsi. Nulla di più vero, tanto che anche nell'ambito dei mezzi di trasporto si torna indietro, 'ai tempi del mulo' che percorre la trazzera. Ed ecco che si riscoprono paesaggi, ritmi, silenzi. Un viaggio lento, un tempo ritrovato con la natura, con le persone, con se stessi. E' l'essenza del turismo slow che viaggia a piedi al fianco di asinelli con i bagagli caricati sul basto, come nei tempi antichi. Sì, avete capito benissimo, a piedi e al fianco di un mulo.
E non è una parodia, di questi giorni (dopo la chiusura del ponte Himera sull'A19 per il cedimento del pilone), ma si tratta di un turismo diverso che rispetta e riscopre il territorio minore, le sue asperità, i profumi, i cibi, i luoghi segreti. Un viaggio dalle Alpi al mare di Sicilia dove la relazione con gli animali diventa centrale. Dove l'asino diventa un amico da rispettare. Un viaggiare alternativo che cura lo stress e che trova una platea sempre più ampia.
"Le richieste sono in aumento", spiega Luca Gianotti del Casale le crete di Tagliacozzo che da otto anni con i suoi quattro asini Eva, Nino, Sophie e Toffee organizza viaggi tra i sentieri e le montagne di Lazio e Abruzzo. "Noi siamo stati i primi in Italia a organizzare viaggi con l'asino. L'idea mi è venuta leggendo 'Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino' di Stevenson. Ho pensato: voglio farlo anch'io. E dopo dieci anni ci sono riuscito. All'inizio – racconta Gianotti – il 90% dei turisti erano stranieri, oggi invece più della metà sono italiani".
Molte le famiglie "perché gli asini sono perfetti con i bambini. Un supermanager di Bologna è venuto con la famiglia per ritrovare l'armonia, e così è stato". E c'è chi torna ogni anno "e vuole sempre gli stessi animali, perché "si instaura una relazione affettiva con l'asino – spiega – ed è necessario costruirla, altrimenti l'esperienza non funziona". E il rischio, se l'animale non ti accetta, è che durante la notte giri gli zoccoli e torni a casa. "E' accaduto con un ragazzo che viaggiava da solo. L'asino – racconta Gianotti – lo aveva abbandonato in montagna con tutto il basto ed era rientrato". Sì, perché l'asino "è un animale speciale, affettuoso, docile, intelligente ma non è ubbidiente", bisogna sapercisi relazionare. "Va rispettato. Quando si impunta non lo fa per cocciutaggine ma perché sta valutando cosa fare. Sono animali che salgono anche in alta montagna, percorrono sentieri difficili ma non li si deve forzare".
A livello pratico però richiede poco: dorme tre ore al giorno e beve una volta sola 5 litri d'acqua. Mangia di tutto, dai rovi all'erba sia durante le soste che di notte, quando basta lasciarlo legato in un posto dove possa trovare erba e al mattino sarà pronto a partire.