Con l’arrivo dell’autunno, si torna a parlare di influenza. La fine dell’estate porta con sé un inevitabile calo delle temperature e una serie di malanni di stagione che puntualmente affliggono molti di noi. Secondo gli esperti, l’influenza 2018 sarà di intensità media, cioè meno forte di quella dello scorso anno.
È stato stimato che non meno di 5 milioni di persone saranno bloccate a letto: a dirlo, attraverso l’Ansa, il virologo e ricercatore del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco.
“Questa è la previsione che possiamo fare sulla base della stagione influenzale che si sta concludendo in Australia e Nuova Zelanda, dove è stata di media intensità – continua – ed è circolato soprattutto il virus AH1N1, anche se in quest’ultima parte di stagione rimane l’incognita del virus B, che potrebbe innalzare il numero dei casi”.
Anche se si prevede una stagione più tranquilla, spiega Pregliasco, “non bisogna però sottovalutarla. Quanto è successo l’anno scorso ce l’ha ricordato chiaramente. Ci aspettavamo una stagione influenzale di media intensità e invece è stata la peggiore degli ultimi 15 anni Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più malati”.
Oltre al vero virus influenzale, in giro ci saranno anche altri 262 virus che determinano forme simil-influenzali, che possono “causare altrettanti casi come l’Influenza”.
Mentre si attendono nuovi aggiornamenti sull’influenza 2018, l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale una determina con la composizione dei vaccini antinfluenzali per la stagione 2018-2019. Le campagne di vaccinazione dovrebbero iniziare a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. La protezione indotta dal vaccino comincia circa due settimane dopo la vaccinazione e dura per 6-8 mesi.
“Il vaccino antinfluenzale- sottolinea Pregliasco- è un salvavita per le persone fragili, ovvero, tutti gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici per i quali l’influenza potrebbe determinare complicanze, e può rappresentare un’opportunità di riduzione dell’assenteismo scuola/lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma ne attenua i sintomi e il rischio di complicanze”.