Dopo quasi cinque anni tornano nell’area marina protetta di Capo Gallo e Isola delle Femmine le boe. Saranno installate nelle zone B e C della riserva, per consentire alle imbarcazioni da diporto di attraccare. Grazie a un’app sarà possibile pagare il ticket, che varia a seconda della grandezza delle imbarcazioni.
Il progetto nella Riserva di Capo Gallo
I 45 gavitelli si troveranno nel tratto di mare che comprende il settore nord-occidentale e nord-orientale dell’Isola delle Femmine e il tratto di mare a ovest di Capo Gallo tra la Puntazza ed il Faro di Capo Gallo. Attraverso l’app della Capitaneria di Porto, le imbarcazioni pagheranno un ticket da 10 a 20 euro.
“È questo un modo già sperimentato in passato – spiega Vito Ciringione, capo ufficio direzione Marittima – per preservare l’area marina protetta e consentire ai diportisti di potere accedere godendo dello splendido spazio marino incontaminato senza arrecare danni ai fondali”.
“Abbiamo intenzione coinvolgendo altri enti di attivare altri servizi come le immersioni guidate e le visite guidate alla riserva agli studenti e a quanti vogliono ammirare i percorsi naturalistici unici in quelle zone”, aggiunge.
La posa delle boe è stata realizzata con l’apporto dell’università di Palermo e l’inizio dell’attività è stato presentato nella sede della Capitaneria di Porto di Palermo alla presenza del comandante Raffaele Macauda, come racconta il video di BlogSicilia.it che vi proponiamo.
I 45 gavitelli di ormeggio, suddivisi in 7 aree all’interno dello specchio acqueo della riserva marina, servono a preservare i fondali marini dai cosiddetti “ancoraggi selvaggi”. In particolare, saranno utili a preservare le piantagioni di Posidonia oceanica, fornendo, al contempo, la possibilità di sostare all’interno di una splendida area marina protetta.
L’ormeggio sarà disponibile dietro autorizzazione e pagamento di un ticket giornaliero: la richiesta e il versamento potranno essere effettuati sull’apposita pagina web.
La Capitaneria di Porto di Palermo ha proceduto al ripristino dei campi boe, che erano assenti nello specchio acqueo dell’AMP dal 2017. Il personale, sempre nel corso dell’incontro con la stampa, ha illustrato le attività di maggiore rilievo condotte in questi anni di gestione diretta, tra cui convenzioni e progetti con l’Università degli Studi di Palermo.
Questi progetti hanno riguardato studio e monitoraggio della biocenosi, del posidoniero e dei vermeti che caratterizzano l’Area Marina Protetta di Isola delle Femmine/Capo Gallo. Foto di AlbertoL6 – Own work, CC BY-SA 4.0.