L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni rivolge un "fermo richiamo" alla Rai per l'intervista a Riina jr da parte di Bruno Vespa. Piccata la replica del conduttore di "Porta a Porta", che non ci sta:
"Resto profondamente sorpreso dal provvedimento dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che non ricordo essersi mai espressa con tanta clamorosa severità nei confronti di una intervista televisiva. Nel doveroso rispetto che un giornalista del servizio pubblico radiotelevisivo deve all'Autorità di controllo, mi permetto, a titolo personale, di dissentire radicalmente dai giudizi espressi nel richiamo. Ritengo che lo spettatore abbia capito perfettamente chi fosse l'intervistato, che le domande e le contestazioni fossero puntuali e non elusive e che le immagini delle stragi di Capaci e di via D'Amelio mostrate a Riina abbiano pienamente soddisfatto la richiamata completezza informativa.
A nessun intervistatore di grandi mafiosi e grandi terroristi è stato obiettato che il programma avrebbe offeso la sensibilità delle vittime. Al contrario di quanto avvenuto in passato, il figlio di una vittima simbolica di Capaci era in studio proprio per testimoniare in diretta l'oltraggio subito dagli attentati ordinati dal padre di Riina. Rivendico fino in fondo, pertanto, di aver rispettato ancora una volta la deontologia professionale e la dignità della persona con lo scrupolo che da cinquant'anni caratterizza la mia attività giornalistica".