Iron Eyes Cody, la curiosa storia del nativo americano siciliano. Divenne rapidamente uno degli attori preferiti di Hollywood, ma aveva origini siciliane. Per quasi 60 anni è stata una presenza fissa nei film western. Dopo aver recitato già dai primi anni Trenta, ha vantato partecipazioni in dozzine di film celebri nei panni del “saggio d’America” più amato.
Le origini siciliane di Iron Eyes Cody
Il nostro viaggio alla ricerca delle celebrità di origini siciliane ci porta oggi a conoscere un personaggio davvero particolare: Iron Eyes Cody. Nonostante il suo aspetto e i ruoli da Indiano e Capo Indiano, a quanto pare nelle sue vene scorreva sangue siciliano. Non era, dunque, propriamente un nativo americano. Mettetevi comodi, perché oggi conoscerete una storia molto interessante.
Fu il quotidiano Times-Picayune, nel 1996, a rivelare le origini degli antenati dell’attore. Cody era figlio di due immigrati italiani. Nato in Louisiana, era il secondo figlio degli immigrati siciliani Antonio De Corti e Francesca Salpietra. Aveva due fratelli, Joseph e Frank e una sorella di nome Victoria. I genitori possedevano una drogheria. Il padre abbandonò la famiglia e si trasferì in Texas, dove assunse il nome Tony Corti. La madre si risposò con Alton Abshire da cui ebbe altri cinque figli.
Sebbene i documenti di battesimo e di immigrazione fossero stati rivelati al pubblico, Cody ha sempre cercato di negare queste sue origini non idiane. La sorellastra di Cody, May Abshire, avrebbe però dimostrato che la storia è tutta vera. Secondo Abshire, la trasformazione di Cody sarebbe iniziata dopo che suo padre fu costretto a fuggire in Texas.
Il padre di Cody cambiò il suo nome in “Tony Corti” e presto fu raggiunto dai suoi figli. Dopo la sua morte decisero di anglicizzare completamente il loro cognome, cambiandolo in “Cody“. Successivamente, si sono trasferiti a Hollywood per tentare la fortuna nel cinema.
La storia dell’Indiano più amato d’America
Nella sua autobiografia, la star del cinema ha spiegato di essere originariamente nato Oscar Cody, a volte chiamato “Little Eagle”. Sua madre Frances sarebbe stata una “tipica indiana Cree“. Suo padre, invece, sarebbe stato un Cherokee. Al di là di questi racconti, smentiti in diverse occasioni dalla stampa statunitense, rimane indiscusso il fatto che abbia recitato in oltre 100 film, la maggior pare dei quali western. Ha lavorato al fianco di alcuni dei più grandi attori e registi di Hollywood, tra cui John Wayne, Steve McQueen, John Ford e Cecil B. DeMille.
Sul piccolo schermo, è apparso nei classici western per la TV Bonanza e Gunsmoke, e si è preso una pausa dai western per fare apparizioni cameo negli spettacoli comici Mister Ed, The Lucy-Desi Comedy Hour e Mister Rogers’ Neighborhood . Nel 1983 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame. La sua carriera professionale e i successi dagli anni ’30 agli anni ’80 avrebbe portato Cody a essere soprannominato “l‘indiano preferito d’America“.
Sebbene sulle sue origini ci siano non poche ombre, i suoi contributi alla cultura dei nativi americani furono sempre veri e generosi. Iron Eyes Cody, ad esempio, convinceva spesso i registi a mostrare i nativi americani come personaggi complessi, senza seguire i classici stereotipi. Nel 1936 sposò Bertha Parker, conosciuta come la “prima archeologa nativa americana”. La coppia ha adottato due figli anche di origine nativa americana. Insieme, hanno ospitato un programma televisivo sulla storia dei nativi americani e hanno servito come consulenti per film che ritraggono gli indiani d’America.
Nel suo aspetto forse più iconico, Cody ha recitato nell’annuncio di servizio pubblico del 1971 per ridurre i rifiuti, chiamato “Keep America Beautiful“. Questa pubblicità di un minuto ha portato Iron Eyes Cody nei salotti di milioni di americani. Lo spot, che vedeva Cody remare in canoa e versare una lacrima per l’inquinamento dell’America, sarebbe diventato uno dei più famosi nella storia della televisione. Ancora oggi, gli americani che potrebbero non aver visto il PSA completo hanno familiarità con il famoso “Indiano piangente” che ha contribuito a portare il movimento ambientalista in primo piano nella discussione mainstream.
Iron Eyes Cody e il contributo alla causa dei nativi americani
Le ragioni che potrebbero aver spinto l’attore a mentire sulle sue origini non sono difficili da comprendere. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, gli immigrati italiani non erano esattamente visti di buon occhio. Dopo l’abolizione della schiavitù, gli immigrati italiani in Louisiana lavoravano nei campi di canna da zucchero in condizioni simili alla schiavitù. La popolazione immigrata appena arrivata sostituì gli ex schiavi afroamericani non solo come braccianti, ma anche come oggetto di pregiudizio locale.
Secondo Abshire, Iron Eyes Cody “ha sempre voluto essere un indiano“, forse perché “simpatizzava con un popolo oppresso e conosceva in prima persona le difficoltà e la persecuzione”. La Hollywood degli anni Trenta, inoltre, non aveva grande interesse per gli attori dai capelli scuri e dalla pelle scura, a meno che non fossero comparse di nativi americani.
Anche dopo l’ articolo del Times, Cody rimase sempre “l’indiano preferito d’America”. Anche dopo la sua morte, nel gennaio del 1999, molti dei suoi necrologi sui principali giornali sostenevano la versione di Cody delle sue origini. Nel 1995, la comunità dei nativi americani di Hollywood lo ha premiato per il suo “contributo di lunga data” alla loro cultura: “le sue azioni di beneficenza erano più importanti della sua eredità non indiana”.