Un'analisi pubblicata su Rid, la Rivista Italiana di Difesa, ha posto l'accento sulla "minaccia navale" dell'Isis, che non si limiterebbe soltanto a barchini suicidi contro le navi italiane ed europee al largo della Libia. Nei giorni scorsi, in particolare, l'Interpol ha diramato un'allerta sui possibili attacchi di imbarcazioni veloci condotte da terroristi kamikaze.
La parole di Rid sono state riportate dall'Ansa: pare che l'Isis
Entrato in possesso di alcuni porti e di imbarcazioni di vario genere, e con le possibilità di sfruttare l'esperienza accumulata dagli scafisti da anni impegnati sulle rotte migratorie, potrebbe ripetere tra Golfo della Sirte e Canale di Sicilia lo scenario che da 10 anni domina la regione marittima compresa tra Somalia e Aden. Veloci natanti potrebbero infatti attaccare pescherecci, imbarcazioni da crociera, piccoli mercantili, ma anche vedette impegnate in missioni di soccorso, in questo caso più per catturare prigionieri da esibire con tuta arancione e coltello alla gola (e per i quali chiedere lucrosi riscatti) che merci.
Secondo Rid, un altro possibile scenario navale, che tuttavia è "oggettivamente meno probabile", è quello di raid terroristici sulla terraferma da parte di attentatori che arrivano via mare.