L’Isola che non c’è della Sicilia.
- 190 anni di Isola Ferdinandea.
- È uno dei vulcani sommersi del Mediterraneo, nel Canale di Sicilia.
- Eruttò il 7 luglio del 1831, formando progressivamente un cono vulcanico alto circa 65 metri.
Esistono storie vere che sembrano uscite da un libro di racconti. Vicende che superano la fantasia, ma che sono invece del tutto autentiche. Sono storie che rivelano i luoghi e la loro anima, proprio come quella che vi raccontiamo oggi. Vogliamo parlarvi della ex Isola Ferdinandea, che compie ben 190 anni. Si tratta di una “ex” isola, perché oggi non la vediamo più in superficie. Chiamata anche “Banco Graham“, è uno dei tanti vulcani sommersi del mar Mediterraneo e, insieme a Pantelleria e Linosa, fa parte di un campo vulcanico poco esplorato, che si è sviluppato per la dinamica distensiva attiva nel Canale di Sicilia. Ecco quando venne alla luce e come sparì.
L’Isola Ferdinandea compie 190 anni
Questo vulcano sottomarino eruttò il 7 luglio del 1831 e, progressivamente, formò un cono alto circa 65 metri, largo poco meno di 300 e con un perimetro di quasi 1 chilometro, che affiorava appena di 4 metri sul livello del mare. L’evento destò una grande curiosità tra gli avventurieri dell’epoca, che giunsero per osservare e descrivere i fenomeni, cessati il 20 agosto, lasciando al centro una piccola mofeta fumante e ribollente. È grazie a questi osservatori se oggi possiamo ammirare stampe che raffigurano il vulcano e vedere campioni di quel materiale eruttato. Sismicità, mare con acqua in ebollizione e fumi tossici, oltre a un’eruzione esplosiva visibile da terra (dalle città di Sciacca, Menfi, Mazara del Vallo e Marsala): questi alcuni dei dettagli. E non finisce qui.
L’Isola Ferdinandea era costituita da tephra (ceneri fini, lapilli e scorie più o meno dense e blocchi di lava, di colore nero-rossastro) che risultò essere altamente cristallina, di tipo basaltico e con arricchimento in sodio. Sulla base delle descrizioni storiche, come quella del professore dell’Università di Catania Carlo Gemellaro, e delle caratteristiche dei prodotti, l’attività eruttiva può essere quasi certamente definita di tipo surtseyano. Il mare erose l’isola in un paio di mesi, a causa della fragilità delle rocce da cui era costituita. Si narra di altre due emersioni: nel 1846 e nel 1863. Oggi il Banco Graham è il relitto della Ferdinandea e può essere esplorato. Insieme ai due vicini banchi “Terribile” e “Nerita” costituisce uno dei coni associati al vulcano sottomarino Empedocle, un grande edificio vulcanico che si eleva mediamente di circa 500 metri dal fondo del mare, nel Canale di Sicilia. Sulla superficie del banco sottomarino è stata posta una targa, che recita: «Questo lembo di terra una volta isola Ferdinandea era e sarà sempre del popolo siciliano». Foto di Camillo De Vito – Scansione personale, Pubblico dominio.