La vendita di uno dei luoghi simbolo della Sicilia sembra ormai certa. L’isola di Capo Passero con la sua storica tonnara potrebbe presto passare nelle mani di privati per diventare un resort di lusso. Una decisione che ha sollevato diverse polemiche e c’è già chi promette battaglia per preservare l’integrità del sito.
L’isola situata nella punta sud-orientale della Sicilia è un autentico angolo di paradiso che custodisce secoli di storia. In epoca greca, i pescatori si posizionavano sugli scogli, pronti con lunghe lance a catturare i tonni in migrazione verso l’Africa.
Questa tradizione millenaria ha lasciato tracce indelebili su quest’isola, dove ogni pietra racconta una storia. Tra queste, spicca una fortezza asburgica che ospita una delle tonnare più antiche del mondo.
Ora, la proprietà potrebbe cambiare volto: un accordo preliminare è stato firmato tra gli eredi del barone don Pietro Bruno di Belmonte e la Lio Hospitality Venture 1 Srl, società milanese che ha già versato una caparra di un milione di euro per l’acquisto.
Il progetto, del valore di dieci milioni di euro, prevede la trasformazione della tonnara in una struttura alberghiera di lusso.
Il contratto preliminare, già siglato, ha scatenato reazioni contrastanti. Mentre alcuni accolgono con interesse l’iniziativa, altri si oppongono fermamente, temendo la cementificazione di un luogo di straordinario valore storico e ambientale.
Questo angolo di Sicilia, immerso nel blu del Mediterraneo, è stato per secoli un centro vitale per la pesca del tonno.
La tonnara, le cui origini risalgono al Medioevo, divenne pienamente operativa nel Settecento grazie al principe di Villadorata Corradino Nicolaci, che la modernizzò rendendola una delle più importanti dell’epoca.
Oggi, i resti della grande fornace, della loggia, dei magazzini e della chiesa del Seicento testimoniano la vivacità di un tempo.
La comunità che vi lavorava viveva nei caratteristici dammusi: locali abitati dai pescatori, dai calafati, dai maestri terrazzani e dalle loro famiglie.
Secondo racconti locali, l’isola vantava anche un giardino rigoglioso con ortaggi e fiori, simbolo di una vita che si fondeva armoniosamente con la natura. Le celebrazioni seguivano le abbondanti pescate, momenti di festa e tradizione che oggi rivivono solo nei ricordi.
Il progetto di trasformazione della tonnara in un resort di lusso non è nuovo. Già in passato, tentativi simili naufragarono tra ricorsi e proteste di associazioni ambientaliste.
Questa volta, però, il piano sembra avere basi più solide: il progetto promette di rispettare la struttura storica, convertendola senza stravolgerla. Tuttavia, l’area è vincolata dal piano paesaggistico che ne vieta la cementificazione, alimentando ulteriormente il dibattito.
Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha lanciato un appello ai ministri competenti, chiedendo di intervenire per proteggere un patrimonio ambientale e culturale di inestimabile valore. Tra le sue proposte, una legge per istituire un’area marina protetta, in grado di preservare l’integrità del sito.
Mentre il destino dell’isola resta in bilico, le polemiche non accennano a placarsi. Questo luogo, sospeso tra memoria e futuro, potrebbe presto cambiare volto, ma non senza lasciare il segno in un dibattito che tocca il cuore della Sicilia.
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