Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall'Istat, a marzo l'Italia continua a essere in deflazione, registrando una diminuzione dei prezzi dello 0,2% su base annua. In particolare, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, nei 10 mesi, calano dell'1,1%, dal -0,8% del mese precedente.
Secondo i calcoli dell'Unione Nazionale Consumatori, la discesa dell'1,1% dei prezzi dei beni acquistati più frequentemente consente di risparmiare a una famiglia di 4 persone 172 euro su base annua. Una coppia con 1 figlio spenderà, invece, 159 euro in meno nei 10 mesi; un pensionato con più di 65 anni sborserà 86 euro in meno; -93 euro un single con meno di 35 anni, e -127 euro una coppia senza figli con meno di 35 anni.
L'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica dei capoluoghi di regione dove, grazie alla deflazione, si risparmia di più. In altre parole, le città dove la vita costa meno. Sui 20 capoluoghi delle regioni e delle province autonome per i quali sono calcolati gli indici generali, ben 14 sono ancora in deflazione. La palma del risparmio spetta a Bari, dove l'abbassamento dei prezzi dell'1% consente a una famiglia di 4 persone di risparmiare 353 euro su base annua. Al secondo posto Potenza, con una deflazione sempre dell'1% e una minor spesa di 325 euro. Semaforo verde anche per Perugia, dove una famiglia di 4 persone risparmierà 240 euro, e Roma, dove si potranno accantonare 222 euro.
La città più cara d'Italia, di contro, è Aosta, che scalza il primato di Bolzano e dove l'inflazione dello 0,5% si traduce in un aggravio di spesa, sempre per una famiglia di 4 persone, pari a 224 euro su base annua. Seguono Trento, dove l'inflazione dello 0,4% si traduce in un aumento del costo della vita pari a 186 euro e Bolzano (inflazione +0,3%, + 167 euro). Tra la città più cara, Aosta, e quella meno cara, Bari, si determina una differenza di 577 euro (353 + 224).