Ripristinati due suggestivi itinerari archeologici sommersi di Isola delle Femmine. Si trovano a pochi chilometri da Palermo e rappresentano un interessante percorso alla scoperta del nostro mare. L’assessore Samonà: “Un’interessante opportunità per scoprire la storia della Sicilia“.
La Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha provveduto a riattivare due itinerari archeologici sommersi che si trovano nella provincia di Palermo, nello specchio d’acqua antistante Isola delle Femmine. Sono accessibili ai subacquei in possesso di brevetto di primo e di secondo libello.
Questi due itinerari sommersi sono il 26esimo e 27esimo della rete dei percorsi subacquei istituiti dalla Soprintendenza del Mare. Sono stati definiti nel 2021, all’interno del progetto Progetto “WAS – Waterscape Archaeology in Sicily”, realizzato in collaborazione con il “LAS – Laboratorio di Archeologia Subacquea Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova”, la “Federazione ITA F07 CMAS Diving Center Italia” e il “Diving Center Saracen” di Isola delle Femmine.
I due itinerari a tema archeologico si inseriscono nel paesaggio sottomarino della Riserva di Capo Gallo-Isola delle Femmine, quindi sono immersi in un contesto naturalistico di rara bellezza e protetto. I siti, raggiungibili con pochi minuti di navigazione dal porticciolo di Isola, si trovano, uno a est dell’isolotto (a circa 800 metri di distanza dalla costa), l’altro a ovest (circa 500 metri dalla costa).
“I siti sommersi di Isola delle Femmine – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – si inseriscono nella rete degli itinerari culturali subacquei realizzati dalla Soprintendenza del Mare”. “Questi itinerari sottomarini – aggiunge – costituiscono un prezioso valore aggiunto all’offerta turistico-culturale della Sicilia e rappresentano un’interessante opportunità per visitare la Sicilia storico-archeologica“.
“Gli itinerari subacquei della Sicilia offrono, infatti, un approccio culturale di grande interesse, consentendo immersioni che riservano agli appassionati e a chi vuole conoscere la storia della nostra Isola la possibilità di ammirare le testimonianze del passato nel luogo esatto in cui sono state lasciate nell’antichità. Un nuovo modo di fruire dei beni culturali che regala un’esperienza unica, di indubbio fascino ed emozione”, conclude Samonà.
Il primo dei due itinerari si trova a 26 metri di profondità ed è riservato a subacquei in possesso di brevetto di secondo grado; il secondo, invece, è accessibile a subacquei in possesso di brevetto di primo grado in quanto i reperti si trovano ad una profondità massima di 18 metri. Per effettuare le visite è necessario rivolgersi ai diving center autorizzati dalla Soprintendenza del Mare e dalla Capitaneria di Porto, reperibili sul sito web della Soprintendenza del Mare .
L’itinerario a est dell’Isolotto si raggiunge in appena 5 minuti di navigazione; si tratta di un’immersione di difficoltà medio/facile che si snoda su un declivio fino ai 26 metri di profondità. Su un pianoro di sabbia costellato da una rigogliosissima prateria di posidonia oceanica, si incontra un ceppo d’ancora in piombo di epoca romana (I secolo d.C.) adagiato all’interno di una conca sabbiosa.
A poca distanza, troviamo una pentola in ceramica con due manici, risalente al XVIII-XIX secolo, adagiata tra due grossi massi nella posidonia. Proseguendo si incontra, incastrato tra due rocce, un “ingegno”, strumento in ferro utilizzato anticamente per la pesca del corallo. Il reperto è databile all’epoca tardoantica/bizantina.
Sotto una parete ricca di flora marina si incontra una grossa ancora a T a due marre, risalente al IV-VI secolo d.C. Completa la visita un’anfora della tipologia Dressel 1 di epoca romana (I secolo d.C.). L’immersione si conclude risalendo lungo una parete che porta alla quota dei 5 metri, ideale per effettuare la sosta di sicurezza e dove spesso si incontrano grossi banchi di salpe e saraghi e talvolta, sul colmo della parete, banchi di barracuda mediterraneo.
Il secondo itinerario si trova sul lato ovest dell’isolotto. Si raggiunge scendendo sul punto di immersione fino a 18 metri di profondità. Qui si incontra subito un cannone del tipo “smeriglio” di epoca rinascimentale. Proseguendo si può ammirare, appoggiata a un grosso masso, un’ancora a quattro marre di epoca rinascimentale e poco vicino una contromarra in piombo a tre fori di epoca romana (I-II secolo d.C.).
Continuando, si trovano un’ancora a due marre del VI-VIII secolo d.C. e due lingotti in piombo di epoca romana. Anche in questa zona è stato rinvenuto, ed è possibile vederlo, un ingegno di epoca tardoantica/bizantina, strumento in ferro utilizzato per la pesca del corallo. Di grosse dimensioni, circa due metri e mezzo di lunghezza, si trova concrezionato su un masso a 17 metri di profondità. L’elenco completo e i diving center autorizzati alle visite sono consultabili sul sito web della Soprintendenza del Mare.
Foto: Wind&Wuthering – Licenza.