Il fiume Kaggera, nel territorio di Calatafimi Segesta (Trapani), custodisce molti segreti e un bellissimo patrimonio naturalistico. Sebbene ci sia tanto da scoprire, non tutti ne hanno sentito parlare. Proprio in questi giorni si è battuto per la prima volta un nuovo sentiero.
Giardini e segreti del Kaggera
Nell’ambito delle Giornate Fai di Primavera, è stato organizzato un trekking che ha riscosso molto successo, per conoscere “I Giardini del Kaggera“. Il percorso, che è lungo circa 6 chilometri, si sviluppa tra l’itinerario della vecchia ferrovia a scartamento ridotto, il sistema delle “zachie” (cioè antiche chiuse che convogliano l’acqua del fiume e irrigano campi e agrumeti), i giardini, le gebbie e le cascatelle e molto altro.
Ci sono anche l’antico mulino ad Acqua, detto dell’Arciprete (recuperato da un privato grazie ai fondi del Gal) e la particolarissima “Bocca della Verità” sul costone di una rocca: la più grande bocca della verità in natura del mondo.
Il sindaco di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso, ha anche annunciato una novità: «La collocazione della sentieristica della Trasversale Sicula con uno dei pionieri e amico Gaetano Melfi che segnerà il nostro territorio per un itinerario nella storia con 3 giorni di cammino e 2 notti di ristoro. Calatafimi Segesta ha per la prima volta nella storia un itinerario tracciato».
Ma cosa rende così speciale il Kaggera e perché si chiama “Fiume Caldo”?
Il Fiume Caldo della Sicilia
Calatafimi Segesta si trova nel cuore dell’antico Val di Mazara (uno dei tre antichi Valli in cui gli arabi divisero la Sicilia, insieme al Val Demone e al Val di Noto). Il suo territorio è caratterizzato da una successione dì basse colline, interrotta qua e là da isolati rilievi e animata dalle incisioni di una complessa rete idrografica.
Oltre a una serie di valloni e torrenti a carattere stagionale, ci sono due fiumi: il Kaggera o “Fiume Caldo” (l’antico Crimiso) ed il Fiume Freddo.
Il Kaggera, che vuoi dire “luogo pietroso“, prima di riversarsi nel fiume San Bartolomeo prende il nome di Fiume Caldo. Il motivo è l’apporto di acque sulfuree sgorganti dalle sorgenti delle Terme Segestane.
Questo corso d’acqua ha svolto, in passato, un ruolo assai rilevante nell’economia di Calatafìmi avendo alimentato i numerosi mulini ad acqua costruiti lungo le sue sponde ed oggi importanti reperti di archeologia industriale. Interessantissimi, dal punto di vista naturalistico, alcuni tratti di questi due corsi d’acqua ed il Vallone della Fusa che si insinua – tra splendide gole – tra il monte omonimo e Monte Barbaro fino a riversarsi nel fiume Kaggera. Foto FAI – Fondo Ambiente Italiano.