Il kamut è un cereale appartenente allafamiglia delle Graminacee, di aspetto simile al grano, ma caratterizzato da chicchi un po’ più grandi. Si narra che dopo la Seconda Guerra mondiale, un pilota americano dichiarò di aver raccolto una manciata di semi di questo cereale in un sarcofago rinvenuto in una tomba in prossimità di Dashare, in Egitto,affidando 36 semi ad un amico che li inviò a suo padre, agricoltore del Montana, negli Stati Uniti, che lì seminò, ottenendo un piccolo raccolto che distribuì come curiosità alla fiera agricola locale. Stando alla leggenda, secondo cui semi provenivano da una tomba egiziana, il cereale fu chiamato “grano del re Touth”.
Quel che sarebbe divenuto il kamut cadde nel dimenticatoio fino al 1977, quando uno degli ultimi recipienti del “grano del re Touth” venne ritrovato nella casa di Mack e Bob Quinn, agricoltori del Montana e Bob, figlio di Mack, ingegnere agronomo e biochimico, comprese il valore di questo cereale . I Quinn selezionarono una serie di semi dal recipiente e cercarono di moltiplicarli nel corso dei 10 anni successivi, ribattezzandolo “kamut”, un antica parola egizia per indicare il grano.
Gli egittologi sostengono che originariamente kamut significava “anima della terra”. Nel 1990, il Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) dichiarò il cereale varietà protetta, con l’appellativo ufficiale di Qk-77.
Inoltre i Quinn depositarono il nome Kamut, come marchio commerciale. Ma quali sono le proprietà del “grano del Faraone”? Il kamut, sottospecie turanicum del grano Triticum tirgidum, che presenta circa 335 calorie per 100 gr. di prodotto, contiene il 9% di acqua, 16 gr. di proteine, 69 gr. di carboidrati, 2 gr di grassi e 7 gr di fibre alimentari; è molto ricco di selenio, con azione antiossidante, che contrastano i radicali liberi e rallenta l’invecchiamento cellulare, zinco e magnesio, che rigenerano l’organismo, ma anche di ferro, fosforo, calcio, potassio e sodio. Tra le vitamine presenti alcune del gruppo B: B1, B2, B6 e possiede inoltre una buona quantità di vitamina E, che protegge le cellule dai fenomeni di stress che favoriscono l’insorgenza dei radicali liberi.
Il kamut, grazie al suo alto contenuto di fibre, che aumentano la massa del contenuto intestinale, facilitando la peristalsi, è efficace nell’aiutare la digestione e combattere la stitichezza; è estremamente leggero e non crea fermentazioni, è adatto a chi fa fatica a digerire; ha proprietà energizzanti grazie ai lipidi in esso racchiusi, pertanto consigliato agli individui affetti da stanchezza cronica, a quelli particolarmente deboli o debilitati; può essere consumato anche da coloro che risultano intolleranti al grano a causa di svariate reazioni allergica ma, contenendo glutine, non può essere assunto dai celiaci.
Inoltre, non contiene colesterolo, è depurativo consentendo l’espulsione delle scorie, tonifica lo stomaco, vendo subito assimilato; è indicato per gli sportivi, per coloro che soffrono di pesantezza di stomaco, nei casi di gastrite, è importante nelle diete in cui si deve tenere sotto controllo la glicemia (es. nei soggetti diabetici) o nelle persone con un alto rischio di diabete (es. donne in gravidanza).
Il kamut resiste molto bene a qualsiasi avversità atmosferica, non necessita di fertilizzanti e pesticidi, è l’alimento preferito per la coltivazione biologica. Si può comsumare a colazione in fiocchi insieme al latte di soia; a pranzo o cena sotto forma di pasta, pane o in grani aggiunti lessati alle zuppe; ma anche come ingrediente, in cracker, grissini, biscotti, merendine; oppure come farina per preparare torte e gnocchi.
Caterina Lenti
Meteoweb