Kasia Smutniak non esita a definirsi "sociopatica". O meglio, una donna a cui la vita ha insegnato a stare da sola, tanto da indurla a ricercare oggi quel tipo di isolamento anche nella vita di tutti i giorni. In un'accorata intervista al "Corriere della Sera", l’attrice polacca si racconta: "Ho tanti amici ma sono una sociopatica, sempre di più. Ho trovato il piacere di stare bene con me stessa, ho imparato a viaggiare da sola, a vivere delle esperienze da sola, anche da madre. Credo sia importante. Per esempio, viaggiando sola ho imparato tanto su me stessa. Se lo fai con qualcuno c’è sempre la sua opinione su quello che vivi e quindi quanto rimane davvero della tua alla fine?".
La Smutniak ammette che la morte di Pietro Taricone, padre di sua figlia Sophie, ha rappresentato uno dei momenti, non l’unico, in cui è stata costretta a mettere in pratica quanto aveva imparato: "Mi è capitato, ho dovuto farlo, ho dovuto capire come non avere sul groppone la mia vita ma farmela piacere. La morte di Pietro è stato uno dei momenti, non l’unico. Ho iniziato a lavorare a 15 anni e sono andata via da casa a 18: lì ho dovuto imparare". Oggi cerca di ritagliarsi del tempo per se stessa, anche organizzando viaggi solitari: "I miei figli sono tranquilli perché per loro è sempre stato così. Siamo tutti un po’ zingari, poco attaccati alle cose, ai doveri. Ogni tanto, staccarmi da tutti mi piace".
Oggi accanto a Kasia c’è oggi Domenico Procacci, produttore cinematografico. L’attrice non parla della relazione, preferendo concentrarsi sui suoi figli: "Quando ho partorito la prima figlia e me l’hanno portata in braccio ho avuto una sensazione fortissima: ho iniziato a pensare che da quel momento la mia storia sarebbe stata in funzione della sua, era una cosa nuova per me. L’idea del 'per sempre' mi spaventa, invece lì non ne scappi". Sophie e Leone, nato nel 2014 dal legame con Procacci, le hanno cambiato giocoforza la vita: "Ti capovolge il mondo, altro che punto di vista. È una cosa bellissima. Ma lì è un altro discorso: il senso vero della vita e bla bla bla, sembrano tutte banalità".
Il suo cambiamento, però, sarebbe avvenuto in gran parte dopo la nascita del suo secondogenito: "Nel frattempo tutto era cambiato, sono cambiata e tanto io, come donna". Oggi, quando pensa al futuro, Kasia si immagine anziana e soddisfatta, una donna matura con zaino in spalla e lo sguardo rivolto al futuro: "Non vedo l’ora. Chissà quante cose posso imparare, quante esperienze: tutto si riempirà della libertà di poterle vivere. A 20 anni devi impegnarti per il tuo futuro, a 30 arrivano le responsabilità, i figli, i mutui, ma sei ancora un bambino. Io voglio essere lontana da questo, voglio diventare una vecchietta in forma, una vecchietta con lo zaino. Ne ho incontrati tanti: hanno fatto tutto e quindi possono prendersi del tempo per loro. Curiosi, coraggiosi e finalmente liberi. Ecco, voglio essere così".