La Certosa di Bagheria (Palermo) costituiva originariamente un piccolo padiglione, in stile neoclassico, posto in fondo al viale centrale di Villa Butera. Venne fatta costruire nel 1797 dal principe Ercole Michele Branciforti, in seguito a un voto in onore dei Padri Certosini. Ha rappresentato una vera e propria attrazione, diventando uno dei primi musei delle cere d’Europa. Raccoglieva statue ad altezza naturale, raffiguranti monaci certosini e alcuni celebri personaggi dell’epoca.
Il Museo delle Cere, chiamato “Il conventino della trappa”, si trovava al piano nobile dell’ala est della Certosa e vi si accedeva salendo una scala a chiocciola in pietra, che oggi non esiste più. All’ingresso, i visitatori venivano accolti da un chierico con una brocca in mano, mentre un altro frate, tirando la cordicella di una campana, avvisava i fratelli della visita.
Lungo un corridoio, dove si trovavano un cane San Bernardo, un orso e un pescecane imbalsamati, si raggiungevano le celle. Sulle pareti del corridoio erano appesi quadri e incisioni di grande valore, tra cui vari ritratti. Nelle celle c’erano preziosi affreschi.
Nella prima cella era rappresentato l’ammiraglio Orazio Nelson, seduto davanti ad una tavola ben imbandita in compagnia della sua amante, Maria Carolina. Con loro c’era anche un cameriere. Nella seconda e terza cella si ricostruiva l’amore infelice tra Comincio ed Adelaide, che secondo la leggenda pur essendo molto innamorati non riuscirono ad ottenere la dispensa papale per sposarsi, perché parenti prossimi.
Nella quarta stanza c’era una cucina in muratura dove un cuoco cucinava due uova in un tegamino, mentre sulle pareti erano appesi antichi utensili da cucina. Proseguendo per il corridoio, nella prima stanza a sinistra un certosino lavorava tranquillo con la pala in mano ed una cesta. Nella cella accanto Ruggero dei Normanni era seduto leggendo un libro, mentre nella cella successiva, seduti attorno ad un tavolo, discutevano il principe Ercole Michele Branciforti, Re Luigi XVI di Francia e Ferdinando di Borbone.
Nell’ultima stanza, infine, era rappresentata una scena molto drammatica che ricordava la morte del principe Caramanico.
Il presente della Certosa di Villa Butera
Grazie ad un complesso ed articolato intervento di restauro, conclusosi nel 2008, si è impedito che andasse definitivamente perduto uno dei siti più raffinati del patrimonio artistico e culturale della Sicilia. Il Museo del Giocattolo Pietro Piraino ha trovato una collocazione quasi naturale nella Certosa, carica della sua bizzarra storia e del suo fascino.
La Certosa di Bagheria, prima pertinenza di Villa Butera, è di proprietà del Comune.