Due "munnizzari" trovano il cadavere dell'ingegner Luparello in una zona malfamata di Vigàta. È un politico locale di primo piano, e il medico legale stabilisce che è morto d'infarto dopo un rapporto sessuale. Non solo: l'ultima donna dello scandalo sembra essere Ingrid Sjostrom, nuora del professor Cardamone, avversario di partito dell'ingegnere. Montalbano scopre però una verità ben diversa da quelle che tendono a prendere la forma dell'acqua.
Il Montalbano televisivo – interpretato da un ottimo Luca Zingaretti – affascina per la totale fedeltà alla controparte cartacea, sebbene questi abbia la costante di mettere in ombra tutti gli altri attori, sottolineando di rimando un
vacuo approccio psicologico nei confronti dei personaggi di contorno.
La sceneggiatura tuttavia è solida, lasciando costantemente quell'alone di incertezza insita nei thriller vecchia maniera. Il film ciononostante scorre molto tranquillamente, tra battute in dialetto, drammi e paesaggi incantevoli; Alberto Sironi è riuscito a confezionare un romanzo su pellicola che non deluderà i seguaci del commissario siciliano e aprirà uno spiraglio di interesse anche ai neofiti al genere, avvicinandoli al particolare stile romanzesco di Camilleri.
Vito Abate.