La giustizia di federico II. Una leggenda popolare narra che a seguito del fallimento della quinta crociata, l’imperatore Federico II di Svevia Re delle Due Sicilie, esortato da Papa Onorio III a guidare una crociata in Terrasanta, così come promesso dopo la sua incoronazione, si accingeva a preparare nel porto di Messina una flotta per trasportare i crociati in Terrasanta. L’imperatore volendo constatare personalmente i preparativi delle galere, tipiche imbarcazioni a remi dell’epoca, decise di recarsi direttamente al porto. Sulle galere venivano destinati i prigionieri condannati dai tribunali per scontare pene di varia natura, e costretti a remare. Questo sistema di adibire i prigionieri al lavoro forzato, era un modo per sgravare le finanze pubbliche dal sostentamento dei detenuti. L’imperatore dopo un accurato controllo delle navi, volle scendere anche nella sentina di una di esse per non trascurare alcun dettaglio prima della partenza. Fu così che si trovò davanti un certo numero di galeotti ai quali chiese per curiosità quali fossero i reati per i quali erano stati condannati. Fu un coro unanime, ognuno si proclamava innocente e vittima di errori giudiziari o di congiure di nemici, insomma erano tutti innocenti! Soltanto uno di loro al quale l’imperatore aveva rivolto la domanda rispose che era assolutamente colpevole e che era lì per una giusta ragione. Allora improvvisamente l’imperatore Federico alzò la voce chiamando i soldati e disse: “Basta una mela marcia per fare marcire tutta la cesta. Non è giusto che questo malfattore stia insieme a tanti galantuomini. Liberatelo subito e riportatelo a terra, non è degno di stare qui!”.
La giustizia di Federico II
23 Feb 2016
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