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milazzo
È una delle leggende, delle storie che si tramandano da generazioni a Milazzo. È la vicenda della suora che sarebbe stata murata viva all’interno dell’antico Monastero delle Benedettine che si trova nel Castello. C’è chi dice che ogni tanto la si possa vedere affacciata ad una delle finestre. Altri raccontano di averla incrociata per caso lungo un viottolo, e che saluti con un “Sia lodato Gesù Cristo!”.

Si narra che la ragazza sia stata costretta a prendere i voti. Figlia di un ricco signore, si innamorò perdutamente di un povero soldato. Scoperta tra le braccia di lui, venne costretta a rinchiudersi nel convento. Ma, si sa, l’amore non conosce ostacoli. Anche se in clausura, la ragazza riuscì a vedere nuovamente il suo amato. Venne però nuovamente scoperta. E la punizione fu definitiva. Poiché aveva violato il voto di castità, venne murata viva all’interno del Monastero. Ancora oggi però si dice che il suo spirito vaghi in cerca dell’uomo amato.

Di leggenda in effetti si tratta quella della della suora, ma non è leggenda invece il corpo ritrovato nel 1928 da alcuni detenuti – allora il Castello fungeva da carcere – mentre curavano un orto. Una gabbia metallica che conteneva uno scheletro con gambe, braccio destro e una mano amputati. Un mistero che venne presto svelato. Si trattata di un soldato irlandese che aveva disertato nei primi dell’Ottocento dalla guarnigione inglese che occupava il Castello. Andrei Leonard, questo il suo nome, venne però catturato. Torturato e rinchiuso nella gabbia, venne esposto alla truppa come terribile monito.


Dario Lo Cascio