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Nella provincia di Catania esistono molti paesi i cui nomi cominciano per Aci: Aci Trezza, Aci Castello, Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Sant’Antonio ed altri. Essi ricordano la leggenda di Aci e Galatea. Questo mito, che ha ispirato artisti di tutte le epoche, da Teocrito a Ovidio, oggi vive nelle più svariate forme (dipinti, musica, teatro) ed è una delle favole più romantiche dell’antichità.

Aci era un bel giovane, pastore di Sicilia, figlio del dio Fauno e della ninfa Simetide.

Amato da Galatea, il cui nome significa “bianco latte”, una nereide (ninfa del mare) e venne purtroppo ucciso dal ciclope Polifemo, suo acerrimo rivale e pazzamente innamorato della stessa donna,  che sorprese un giorno i due amanti sotto un riparo e, per vendetta e gelosia, schiacciò il giovane sotto una roccia dell’Etna. Inconsolabile, Galatea pregò il dio Nettuno di trasformare il sangue che scorreva dal corpo del suo sfortunato amante in un fiume, in modo che arrivasse al vicino mare, dando modo ai due innamorati di stringersi comunque in un abbraccio per l’eternità.

Il fiume che scorre ai piedi dell’Etna porta il nome e la memoria del pastore, così anche le vicine città della cosiddetta “Riviera dei Ciclopi”.

Autore | Daniela Bortolotti;

Foto: Acireale – Aci e Galatea (particolare) di Riccardo Ruberti

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