Pantelleria è un’isoletta straordinaria. Baciata dal sole e battuta dal vento, ha un’anima fiera e combattiva. Propone scorci selvaggi a picco sul mare, ma anche suggestivi terrazzamenti di muretti e inconfondibili piante verdi. Panorami caratteristici, che sanno di sole e di sale. Una terra non sempre facile da coltivare in cui, tuttavia, l’uomo ha saputo raggiungere un perfetto compromesso, creando il suo equilibrio con ciò che lo circonda. Tra i prodotti più apprezzati della Perla Nera, c’è, naturalmente, il cappero. Piccolo, ma con un gusto che è difficile confondere: un prodotto della tradizione che, ancora oggi, è incredibilmente apprezzato e ricercato. Talmente apprezzato che Forbes lo ha inserito tra le 100 Eccellenze Italiane del 2021, nella categoria Food.
In particolare, ad aver guadagnato un posto nell’olimpo dei prodotti alimentari, è La Nicchia di Pantelleria. Si tratta di uno storico capperificio agricolo, fondato nel 1949 da Antonio Bonomo e Girolamo Giglio. Da allora, spiega Forbes, «custodisce una cultura legata alla terra». Nel 2010 l’azienda ha conosciuto un nuovo corso con Gabriele Lasagni, nipote di Antonio. È stato lui a trasformare questa realtà, che un tempo era dedita all’acquisto di capperi dai contadini panteschi, per rivenderli confezionati, in un’azienda dalla vocazione agricola e anche biologica. È l’unica realtà pantesca a essere sia azienda agricola sia capperificio e laboratorio artigianale. Conta circa otto ettari di cappereti per una produzione che si aggira sugli 80 quintali all’anno.
Il laboratorio artigianale completa e chiude il ciclo produttivo. Dall’azienda provengono anche i capperi croccanti, i capperi spaziali (liofilizzati e friabili), la foglia sott’olio e la polvere del cappero, la granella di cucunci. Tutta la produzione vede l’uso di energia pulita da fonti rinnovabili. Secondo Forbes il punto forte de La Nicchia è “Sperimentare lavorazioni inusuali e semplicissime, restando legati al territorio e alle materie prime dell’Isola: è la vera sfida dell’azienda che ha scelto di dare nuova vita al cappero, inventando consistenze e utilizzi al di là delle richieste del mercato”.