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PALERMO – La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta dopo i pesanti insulti, conditi da minacce, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sui social network, infatti, pullulano gravi riferimenti alla morte del fratello Piersanti, l'ex presidente della Regione ucciso dalla mafia il 6 gennaio 1980. L'ufficio diretto da Francesco Lo Voi si occupa dei casi avvenuti in città. Il fascicolo è a carico di ignoti ma non appena la Digos accerterà l'identità delle persone verranno indagati gli autori dei post sotto accusa.

Gli insulti, come detto, erano molto gravi, come "Hanno ucciso il Mattarella sbagliato", "Dovremmo farti fare la fine di tuo fratello", "Ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?". L'ipotesi di reato è attentato alla libertà del presidente della Repubblica, offesa all'onore a e al prestigio del presidente della Repubblica e istigazione a delinquere. Al vaglio ci sono anche altri profili social. Sulla vicenda indaga la Digos con il contributo della polizia postale che sta scandagliando Facebook alla ricerca di altre frasi o post minacciosi o offensivi.