Il nostro viaggio alla scoperta dei labirinti in Sicilia ci porta oggi a Erice. Il labirinto di Erice è il più antico del mondo. Scoperto nel 1986 da Giovanni Vultaggio (presidente dell’Archeoclub di Trapani), si tratta di un pittogramma, presente sul soffitto della Grotta di Polifemo: qui è rappresentato un arcaico labirinto di tipo classico, databile al 3000 a.C.
È più vecchio, quindi, degli antichi esemplari presenti nella Carella e nel Baltico. Il pittogramma del labirinto è realizzato in ocra rossa ed è costituito da sei volute concentriche e grossomodo ellittiche, per un diametro massimo di 30 centimetro.
Immediatamente di lato si trova anche una figura antropomorfa, sempre di colore rosso, che sembra essere costituita da una testa stilizzata, due braccia alzate e una lunga tunica a campana. Con la mano sinistra, sembra reggere qualcosa, come un corno, dipinto in colore scuro.
Sul soffitto roccioso della grotta, a breve distanza dal labirinto, vi sono le tracce sbiadite di altre figure. Tra queste vi sono un toro in stile orientale, due code di pesci e parecchi altri segni rossi, che alcuni studiosi hanno ipotizzato essere stelle o costellazioni.
Il labirinto di Erice non possiede sette, bensì sei volute concentriche, proprio i sei mesi che intercorrono tra un solstizio e l’altro. I cerchi concentrici rappresentano le differenti altezze nel cielo, che il moto apparente del sole percorre dal solstizio invernale a quello estivo, per poi tornare a ripercorrere, in senso calante, il medesimo cammino, nella seconda parte dell’anno.
Probabilmente la grotta di Polifemo serviva anche come luogo sacro per eseguire riti funebri. Il corpo del defunto veniva illuminato dalla luce solare e otteneva una nuova gestazione e una nuova reincarnazione, con l’aiuto della Dea Madre Terra. Le volute inferiori del labirinto dipinto sul soffitto della caverna dovrebbero riprodurre il percorso sotterraneo del sole “defunto”, che molti popoli antichi immaginavano dopo il tramonto, nel corso della notte.