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L’allarme: il tram a Palermo “rischia di essere un fallimento”

Tram a Palermo, si riaccendono le polemiche. Il progetto da circa 340 milioni di euro per la realizzazione di tre linee tranviarie nel capoluogo siciliano potrebbe essere un fallimento: a dirlo, la presidente della Terza Commissione, Luisa La Colla (Pd), e la vicepresidente del Consiglio comunale Nadia Spallitta (Pd). Anzitutto, pare che la linea 1 sia dotata di soli 8 tram (4 per ogni direzione), con una frequenza stimata tra i 20 e i 25 minuti, mentre nelle altre parti d'Italia la frequenza è di circa tre minuti. A questo bisogna aggiungere la disposizione delle fermate, i tempi di sosta e la velocità delle vetture. 

La situazione – ha detto Nadia Spallitta – peggiora per le altre due linee, dotate ciascuna di 4-5 vetture (2-3 per ogni direzione), con ulteriore aggravio dei tempi di attesa per l’utenza, che probabilmente si vedrà costretta ad utilizzare altri mezzi di trasporto, anche alla luce del fatto che al momento non esiste un piano della mobilità collegato con le linee tranviarie e tale da garantire la continuità del servizio di trasporto pubblico una volta terminata la corsa del tram (le tre linee sono scollegate tra loro). Infatti, inverosimilmente, il Piano generale del traffico urbano è tanto obsoleto e indubbiamente erroneo (e deve essere rinnovato) in quanto non ha tenuto conto in alcun modo delle linee tranviarie.

Inoltre – aggiunge Luisa La Colla – in seguito ad un incontro della Terza commissione con il direttore d’esercizio, da poco nominato dall’Amat (ancor prima che l’Amat abbia ricevuto l’incarico della gestione del tram), rimangono irrisolte e in attesa di risposte numerose questioni connesse con la sicurezza e con l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sembrerebbe infatti che per molte fermate sarà negato l’accesso ai disabili ed sono altresì carenti i percorsi per ipovedenti e ciechi. Fattispecie che la normativa invece impone. Infine il progetto, in alcune parti, non ha tenuto conto del diritto di abitazione, chiudendo con insormontabili recinzioni l’accesso alla pubblica via, impedendo la fuga e il soccorso.

Redazione