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“Lavoravo in un tugurio”: le parole della dottoressa violentata a Trecastagni

«Lavoravo in un tugurio dove non avevo nulla, solo un lettino per le visite, lo stesso ancora utilizzato dai miei colleghi; un lettino fragile che non reggerebbe un paziente sovrappeso. Però la ministra Lorenzin diceva che in quella guardia medica andava quasi tutto bene».

«Credo che la magistratura dovrebbe avviare un’azione, oltre che nei confronti del mio aggressore, anche nei confronti di quelli che sono i corresponsabili di quello che mi è successo, ovvero i dirigenti dell’Asp».

Queste le parole di Serafina Strano, la dottoressa violentata presso la guardia medica di Trecastagni. La donna è intervenuta a Palermo a un’iniziativa per far luce sulle condizioni delle donne medico e sui rischi a cui sono sottoposte nei luoghi di lavoro e La Sicilia ha riportato le sue dichiarazioni.

 

Redazione