Scelte, troppo spesso basate su falsi miti, che hanno condizionato in negativo le scelte dei pazienti. Dopotutto le malattie mentali costituiscono un settore molto specifico della medicina, sovente soggento, per così dire, a speculazioni. Ecco perché diventa importante, se non fondamentale, sfatare le 10 false credenze sugli antidepressivi. Eccole:
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Si può stare senza psicoterapia: falso. I farmaci da soli spesso non bastano. Un aiuto dallo psicoterapeuta è necessario.
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Le medicine possono aiutar poco, se il malessere è causato da esperienze pregresse negative: non è vero. I farmaci agiscono in modo da influenzare in ogni caso il funzionamento del cervello. Non è, dunque, un valido motivo per escludere l’impiego di una terapia farmacologica.
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Le medicine non cambiano il pensiero: falso. I farmaci agiscono proprio sul cervello che è all’origine del pensiero.
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Le medicine alterano la personalità: è un timore da superare. Gli psicofarmaci agiscono sui sintomi del disturbo e solo per questa ragione sembrano alterare il carattere.
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Gli psicofarmaci creano dipendenza: a volte, ma non sempre. L’affermazione può essere considerata vera, se si parla di tranquillanti. Diversa poi è la questione legata all’ansia, che scatena un circolo vizioso di paure dal quale non è sempre semplice uscire da soli.
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Alcuni affermano che gli antidepressivi in realtà sono placebo: non è vero e gli studi che ci sono relativi a questo sono pochi e trattano solo alcuni farmaci. Molto spesso è più semplice rendere nota la notizia di un eventuale “fallimento” del farmaco, piuttosto che i grandi successi delle terapie moderne.
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Gli antidepressivi non si sa bene come agiscano: ancora, falso. Il meccanismo del funzionamento (testato in laboratorio) è reale. Ciò che può variare e l’effetto che si ha poi sui sintomi.
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Tolleranza zero agli psicofarmaci: impossibile affermare che non si possano prendere tutti gli psicofarmaci, perché i principi e i meccanismi dei farmaci non sono mai tutti uguali.
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Le medicine esattamente cosa dovrebbero fare? La domanda nasconde in sé una serie di dubbi sulla reale funzionalità del farmaco. La risposta è sempre la stessa: agire sui sintomi e sul cervello.
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Miglioramenti: quando si può dire grazie alla cura? Cura più forza di volontà sono gli ingredienti vincenti, senza dimenticare che servono entrambi e non si può pensare al valore dell’uno separato dall’altro.