Le mogli dei detenuti "non si guardano e non si toccano". Anche se si tratta di ex mogli: il "codice etico" di Cosa nostra non ammette sgarri. Come racconta "LiveSicilia" in seguito agli arresti di ieri, fu una delle colpe per cui Giovan Battista Ciulla, reggente della famiglia mafiosa di Monreale, si attirò l'ira di chi lo ha spodestato. Nel febbraio scorso Ciulla, che prima di finire in carcere era un insospettabile fisioterapista, contattò la fidanzata al telefono. Era stato costretto a fuggire in fretta e furia dalla Sicilia per raggiungere un piccolissimo paesino della provincia friulana.
Ciulla, tramite il padre, aveva saputo che "persone più grosse" volevano punirlo perché si era messo "contro di loro". E così all'indomani era già seduto sul pullman che lo portava lontano. Alla donna che gli chiedeva perché stesse accadendo tutto ciò, l'uomo rispendeva rivolgendole con una domanda: "E tu di chi sei moglie?". Risposta: "Di un ex carcerato". Tutto chiaro.
Inutile che la donna precisasse: "L'ex moglie comunque, no moglie… tu gli dovevi dire a loro, prima di dire che non si toccano, io sono… ex moglie, ma no di quando lui è entrato là dentro, anche di prima”. Le ultime parole di Ciulla furono tanto dure quanto inequivocabili: "A loro non gli interessa un c…".