L’erosione dei sedimenti è irreversibile per cui gli effetti devastanti delle mareggiate aumenteranno nel prossimo future.
Si pone un nuovo problema lungo vari tratti costieri dove è stata realizzata la linea ferroviaria che oggi si trova a rappresentare un ostacolo all’avanzante erosione. Le opere di protezione del rilevato ferroviario spesso costituiscono una impropria “difesa costiera” e sono minacciate dal martellamento delle onde durante le forti mareggiate.
Si segnala questa nuova situazione che richiede un continuo monitoraggio al fine di evitare incidenti ferroviari.
Si pone comunque la necessità di un restauro geoambientale costiero duraturo che possa consentire anche il ripristino delle spiagge utilizzabili per la balneazione.
Dal momento che nell’attuale periodo di cambiamento climatico il rifornimento naturale di sedimenti alle spiagge è insufficiente per cui il mare riconquista progressivamente l’area che era stata colmata dai sedimenti nei secoli scorsi si ritiene necessario e non più rinviabile ripascimento del litorale aggiungendo sedimenti simili a quelli esistenti.
Le nuove “sorgenti” di sedimenti sono individuabili lungo varie fiumare il cui fondovalle non urbanizzato e antropizzato è colmato da milioni di metri cubi di sedimenti fossili che non saranno mai trasportati in mare. L’alta valle dell’Alcantara ne è un esempio. Le condizioni climatiche che hanno caratterizzato gli ultimi decenni e persistono nel periodo attuale non alimentano numerose piene fluviali ripetute per cui i sedimenti erosi lungo i versanti si accumulano negli alvei nella parte pedemontana e non sono trasportati fino alla foce dei fiumi con conseguente scarso apporto alle spiagge.
Figura 1: a destra il lungomare di Giardini Naxos danneggiato dalla mareggiata del 1 e 2 febbraio 2014. A sinistra la registrazione della tempesta di vento da sud est effettuata alla stazione di Catania della Rete Mareografica Nazionale; è indicato con la linea rossa il tratto costiero irreversibilmente danneggiate dai fenomeni erosivi
Altri sedimenti per restaurare le spiagge potrebbero essere ricavati dal restauro ambientale delle cave abbandonate in modo da ottenere i classici due piccioni con una fava: il restauro delle cave prima che vengano riempite di rifiuti e il recupero di territorio pregiato di grande valenza ambientale e socio-economica. Si tenga presente che un metro quadrato di spiaggia lambita da acqua marina non inquinata è in grado di sostenere un fatturato annuo variabile da alcune centinaia di euro ad oltre 2000 euro, come verificato con le nostre ricerche. Un idoneo e sostenibile restauro delle spiagge garantirebbe la sicurezza all’ambiente antropizzato e metterebbe a disposizione delle istituzioni pubbliche un nuovo territorio di elevato valore ambientale ed economico; gli interventi potrebbero essere realizzati con un trasparente ed originale rapporto pubblico-privato.
Interventi simili devono essere inquadrati in un piano di restauro e valorizzazione ambientale regionale, comprensoriale e provinciale teso a conservare i litorali sabbioso-ghiaiosi che costituiscono un patrimonio autoctono di grande valore ambientale e socio-economico (destinato a scomparire con le condizioni climatiche attuali) e alla difesa idrogeologica e valorizzazione dei versanti e delle valli.
L’evoluzione morfologica delle ultime decine di anni della spiaggia di Giardini Naxos evidenzia che la costruzione del porto, alla estremità meridionale, costituisce una “trappola di sedimenti” che sono trasportati lungo costa dalle mareggiate provenienti dal quadrante nordorientale. I sedimenti dopo che si sono accumulati a ridosso del molo non possono più essere rimossi naturalmente dalle mareggiate provenienti da sud est in quanto protetti dalla struttura foranea.
In tal modo la spiaggia a nord del porto è destinata ad una irreversibile erosione che non può essere contrastata efficacemente da barriere soffolte, come si può agevolmente verificare.
Il tratto costiero tra Taormina e Giardini Naxos gode di fama mondiale: è mai possibile che si continui ad assistere alla sua distruzione?
Si ritiene ben motivata la proposta che tale tratto costiero possa presto rappresentare un’area campione nella quale intervenire immediatamente con l’innovativo metodo di ripascimento geoambientale ecocompatibile e duraturo sopra accennato: restauro con valorizzazione ambientale dell’alta valle dell’Alcantara e restauro della morfologia della spiaggia come si presentava nelle foto aeree e cartografie IGM del 1954-55.