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Forse non tutti lo sanno, ma esiste anche la leggenda della Cassata Siciliana. Si sa, la fantasia popolare non conosce limiti, ed ecco che anche per raccontare la storia di questo dolce si è dato spazio alla creatività. Chi non rimane a bocca aperta davanti ad una cassata siciliana? Credo che sia il più bel dolce che esista al mondo. Certo, ogni fetta fa ingrassare cinque chili, ma alla fine, il sapore è talmente buono che un bel “chissenefrega” ti passa alla mente. Si dice che la torta attuale (pan di Spagna, ricotta, pasta reale, zuccata e frutta candita) sia nata, come tutte le cose “licche”, nei conventi per poter essere consumata nel periodo di Pasqua.

Un noto proverbio siciliano dice:” “Tintu è cu non mancia a cassata a matina ri pasqua”. Una leggenda racconta che la buonissima cassata siciliana sia stata inventata dagli arabi. Un bel giorno un pastore arabo stava mescolando all’interno di un contenitore rotondo, del formaggio fresco con del miele. Si avvicinò un uomo e gli chiese che cosa stesse facendo. Il pastore, non capendo bene la domanda rispose “quas’at”, riferendosi al recipiente che stava utilizzando per mescolare i due ingredienti che sarebbero serviti per preparare un impasto dolce. Quas’at significa scodella rotonda. L’uomo pensò invece che si riferisse a quel miscuglio di sapori, e da allora la miscela formaggio e miele, poi modificato in zucchero, venne chiamata cassata! Anche se si tratta di una leggenda, c’è un fondo di verità. Durante la dominazione araba si lavorava già il formaggio fresco con un dolcificante naturale, inizialmente miele e poi zucchero di canna. Non so bene chi abbia inventato la primordiale forma di cassata, alcune fonti parlano addirittura dei romani, ma quando una bella “fettazza” ti viene servita, l’ultima cosa che ti passa per la mente è: “Chissà chi l’ha inventata?”

Di Alessandra Cancarè

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