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Luogo del mito: Grotta di San Giovanni di Catania.

  • Il sottosuolo di Catania è ricco di cavità profonde e misteriose.
  • La città è stata plasmata da diverse eruzioni vulcaniche e custodisce cunicoli e grotte naturali.
  • Tra esse, ce n’è una molto particolare, nota anche come porta dell’Ade.

La leggenda della Grotta di San Giovanni di Catania ci mostra un volto della città misterioso e affascinante. Si narra che fosse la porta dell’Ade e che il terribile Plutone fosse emerso da essa, per rapire Persefone. La cavità vulcanica si trova in un popolare quartiere della città, San Giovanni Galermo. Pare che anticamente vi scorresse un fiume che, passando dal quartiere di Cibali, si gettava in mare. Il corso d’acqua sarebbe stato presente fino al 102 d.C., anno in cui venne molto probabilmente sepolto da un’eruzione vulcanica. Alla grotta si acce da una scalinata in pietra lavica: l’area si sviluppa al di sotto delle abitazioni, passando persino sotto la chiesa parrocchiale.

Tra storia e mito

Giancarlo Santi, nel suo saggio sulle grotte dell’Etna, parla della leggenda della Grotta di San Giovanni: questa cavità costituirebbe il mistico accesso al regno dei morti, in età greco-romana conosciuto come Ade. Pare che Plutone (cioè Ade per i Greci) avesse risalito proprio la grotta, emergendo sulla Terra per portare a compimento il suo terribile piano di rapimento della bella Persefone. Fuori dalla grotta, uno spaventoso cocchio sarebbe stato trainato da cavalli neri. Gli stessi equini, per prendere una boccata d’aria, avrebbero avuto l’abitudine di sbucare fuori dalla caverna. In realtà c’è un’altra grotta che, secondo alcuni, sarebbe porta dell’Ade: la Grotta di Santa Sofia.

Tra i misteri che avvolgono questa grotta di Catania, c’è anche quello che riguarda il nome. È, naturalmente, legata al personaggio biblico, cioè Giovanni Battista: questi, sempre secondo leggenda, avrebbe trascorso una notte all’interno della grotta. Si dice anche che avrebbe dormito su una lastra di pietra lavica che, da quel momento in poi, venne chiamata “letto del Santo”.

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