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La serie “I Leoni di Sicilia”, tratta dal celebre romanzo di Stefania Auci, non solo narra la straordinaria ascesa della famiglia Florio, ma svela anche i segreti culinari che arricchivano le loro tavole.

Uno dei dettagli più affascinanti della serie è proprio la ricostruzione dei piatti storici, curati dalla chef palermitana Gabriella Garajo.

Con grande emozione, Garajo ha raccontato a “La Cucina Italiana” l’intenso lavoro dietro le quinte, tra sopralluoghi nei palazzi storici e studio delle ricette tradizionali, per ricreare i sapori che caratterizzavano i banchetti della famiglia Florio.

Il risultato è un affresco culinario che accompagna la narrazione visiva, riportando alla luce i piatti che arricchivano le tavole dei Florio.

Giulia e Vincenzo Florio nella serie I Leoni di Sicilia
Giulia e Vincenzo Florio nella serie I Leoni di Sicilia

La cena della nobilità a Palazzo Florio

Uno dei momenti più rappresentativi della serie è la cena organizzata da Vincenzo Florio, interpretato nella serie da Michele Riondino, nel quinto episodio.

In una Palermo ottocentesca, Vincenzo, uno degli uomini più ricchi della Sicilia, invita l’aristocrazia cittadina a Palazzo Florio per presentare un ambizioso progetto imprenditoriale: la creazione di una flotta di battelli a vapore siciliani, alternativa al monopolio straniero.

Gabriella Garajo, sotto la guida attenta del regista, ha realizzato per l’occasione piatti come il falsomagro, i timballi, gli aspic e i gateaux, curando ogni dettaglio per rispettare le atmosfere storiche.

La scena, girata nei luoghi simbolici di Palazzo Gangi e Palazzo Mirto, riflette il lusso dell’epoca e la potenza dei Florio.

La cucina in ferro e ghisa che appare nella serie è quella di Palazzo Mazzarino, un’autentica testimonianza della maestria artigiana del tempo.

I dolci della festa nuziale di Ignazio Florio e Giovanna D’Ondes

L’ottavo episodio, che segna la chiusura della serie, celebra le nozze tra Ignazio Florio e Giovanna D’Ondes Trigona, interpretati da Eduardo Scarpetta e Adele Cammarata.

Questo matrimonio, che segna il coronamento delle ambizioni della famiglia, è un trionfo del lusso e dello sfarzo, ambientato negli eleganti saloni di Palazzo Mirto.

Tra gli splendidi arredi e gli abiti di festa, spicca il tavolo imbandito con dolci della pasticceria conventuale siciliana, realizzati dal laboratorio “I Segreti del Chiostro”, rinomato per la produzione di specialità tradizionali come le “minni di virgini”, le cassate e il celebre “trionfo di gola”.

Quest’ultimo è un omaggio al “Gattopardo” il capolavoro letterario di Tomasi di Lampedusa, noto ai più grazie alla trasposizione cinematografica di Luchino Visconti. Maria Oliveri, autrice di un volume sulla pasticceria conventuale, ha collaborato nella realizzazione dei dolci, offrendo ricette tramandate dalle monache dei monasteri palermitani.

La serie, con la sua ricostruzione dettagliata, non solo racconta la storia della famiglia Florio, ma offre uno sguardo unico sulle tradizioni culinarie siciliane, legate all’identità di un’epoca ricca di fascino e contrasti.

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