La serie ispirata al romanzo I Leoni di Sicilia ha appassionato e continua ad appassionare il pubblico televisivo. Ora che le puntate vanno in onda anche in chiaro, la curiosità su questa opera sono davvero tante ed è per questo che abbiamo pensato di raccogliere 5 cose che ancora non sapete in proposito. Si tratta di alcune piccole chicche che, sicuramente, accenderanno ancora di più la tua voglia di approfondire la conoscenza con tutto ciò che gravita intorno alla famiglia Florio (e alle sue vicende trasposte in opera letteraria).
L’ispirazione
Alla base della serie tv I Leoni di Sicilia c’è il primo dei due romanzi, dal titolo omonimo (cui ha fatto seguito “L’inverno dei Leoni”), dedicato alla famiglia Florio. È una storia di passione, orgoglio, grandi sogni e immensi amori, con tre generazioni di Florio vivono i tormenti dell’Italia ottocentesca a cavallo dell’Unità. Le loro vicende personali si intrecciano con quelle di un Paese che attraversa alcune delle sue più grandi trasformazioni. Al centro del racconto ci sono soprattutto Vincenzo e Giulia e il loro grande amore. La parabola della famiglia protagonista, sarebbe più fedele al romanzo che alla realtà, quindi non tutto ciò che si vede in tv è realmente accaduto (ma questo non dovrebbe stupire!).
Giulia Portalupi
Sebbene la fortuna dei protagonisti sia stata costruita dagli uomini della famiglia, un ruolo di rilievo spetta a Giulia Portalupi, interpretata da Miriam Leone. L’attrice siciliana si è detta grata di aver portato sullo schermo un ruolo così significativo e di aver preso parte a un racconto sulla sua terra che non ricalca i soliti cliché. “È stato uno dei progetti più belli della mia vita”, ha detto la stessa Leone, raccontando l’esperienza sul set e le tante emozioni che le ha regalato. Se volete saperne di più sulla storia d’amore tra Giulia e Vincenzo, potete cliccare qui.
La Sicilia dei Leoni
Parlare della Sicilia in chiave assolutamente positiva, narrandola come un’isola di tradizioni ma anche in grado di guardare alle opportunità del futuro, è stata una scelta ben precisa del regista Paolo Genovese, che ha reso i luoghi e i paesaggi siciliani protagonisti del racconto e punti di riferimento.
Stefano Sardo, che ha scritto la serie insieme a Ludovica Rampoldi, ha detto: “I Florio sono gli Agnelli mancati del Sud”, facendo riferimento alla loro capacità imprenditoriale. Dalla regia di Genovese emergono benissimo sia le relazioni tra tutti i personaggi, che i luoghi che ad essi hanno fatto da sfondo. A proposito dei luoghi… molti sono stati ricostruiti quindi, sebbene i set fossero in Sicilia, non corrispondo esattamente ai luoghi indicati!
Un cast stellare
Avete riflettuto sul fatto che I Leoni di Sicilia è una serie “all stars”? Raccoglie, infatti, un cast davvero stellare e fatto di grandi nomi. I personaggi principali, Vincenzo Florio e Giulia Portalupi, sono interpretati da Michele Riondino e Miriam Leone. Paolo e Ignazio, i fratelli che danno vita alla fortuna della casata, hanno invece rispettivamente i volti di Vinicio Marchioni e Paolo Briguglia. Giuseppina, madre di Vincenzo e moglie di Paolo da sempre innamorata di suo cognato Ignazio, è interpretata da due diverse attrici: Ester Pantano le presta il volto in gioventù e Donatella Finocchiaro lo fa per l’età più adulta. A vestire i panni di Ignazio (il figlio di Vincenzo e Giulia) è infine Eduardo Scarpetta. A loro, nel cast, si aggiungono Adele Cammarata, Guy Oliver-Watts, Antonio Gerardi, Claudia Pandolfi ed Emmanuele Aita.
La musica
La end credit song di tutti gli episodi de I Leoni di Sicilia è “Durare”, idi Laura Pausini. La colonna sonora dei Leoni è di Maurizio Filardo, compositore e direttore d’orchestra di origine siciliana (e lunga esperienza sanremese). Le musiche aggiuntive invece sono di Marianne Mirage e Marquis: “È una storia di rivalsa, che parla della capacità siciliana di fare, della loro forza”, racconta Mirage. “Ci siamo lasciati ispirare prima di tutto dalla vicenda incredibile di un uomo visionario, che vede il futuro. E da una storia d’amore anche conflittuale. Il momento della scrittura può essere forte o molto intimo, ecco perché a volte la voce è sola con la chitarra, come se diventasse essa stessa un personaggio che racconta le emozioni che vive ognuno, è un linguaggio per entrare sempre di più nella storia”.
Il lavoro è stato fatto in due parti, aggiunge Marquis: “Inizialmente abbiamo inviato a Paolo dei brani su una sua suggestione, senza vedere niente né leggere la sceneggiatura. Alcuni gli sono piaciuti molto e sono poi stati scritti e adattati alle scene stesse, invece altri sono nati proprio sulle sequenze, per esaltare certi momenti”.