Il 26 novembre del 1912 un’improvvisa eruzione del vulcano Stromboli, in piena attività, ricoprì con uno strato di cenere tutta l’isola eoliana. Sono passati 107 anni da quell’evento, ma non è mutata l’attenzione posta sul vulcano.
Lo Stromboli, infatti, è uno dei pochi vulcani sulla Terra in attività “persistente“. Il suo edificio di forma conica è caratterizzato, nella parte alta, dalla presenza di una piccola “terrazza craterica”, a circa 700-750 metri di quota, in cui vi sono tre crateri attivi. Questi, ormai da decenni, occupano l’estremità nord-est, il centro e la parte sud-ovest di questa terrazza.
Immediatamente sopra l’area craterica si erge il Pizzo sopra la Fossa. Un altro elemento distintivo di questo stratovulcano è la Sciara del Fuoco, una lieve e ripida depressione a forma di ferro di cavallo (o anfiteatro) che occupa il fianco nord-ovest del cono.
L’attività esplosiva visibile dello Stromboli è in corso ormai da diversi secoli ed è conosciuta in tutto il mondo come “stromboliana”. Consiste in piccole esplosioni separate tra loro, con getti di frammenti di lava incandescente, lapilli e ceneri, che raggiungono fino a qualche decina o centinaia di metri sopra le bocche.
Le esplosioni durano da qualche secondo a decine di secondi e sono separate da intervalli di lunghezza variabile. Quando l’attività è più sostenuta, alcune bocche lanciano brandelli lavici quasi di continuo: questo fenomeno è noto come spattering e talvolta può portare alla formazione di piccole colate di lava intracrateriche.
L’attività dello Stromboli è costantemente tenuta sotto controllo. Nell’estate del 2019 si sono verificate alcune forti esplosioni, che hanno anche causato una vittima.