L’Etna potrebbe esplodere? – Niente paura non è una affermazione, ma solo una domanda che come tanti mi pongo ogni qual volta il nostro beneamato Mongibello si “innervosisce”. Il fatto è che sono diversi gli scienziati che concordano nell’asserire che in Italia sia per l’Etna che per il Vesuvio esplosioni violente possano verificarsi in maniera quasi ciclica ogni 400 o 500 anni. La speranza di chi come me non ha alcuna conoscenza della materia è ovviamente quella che questa ipotesi, in ambedue i casi, ci venga risparmiata.
L’ultima grande esplosione del Vesuvio avvenne nel 1631 provocando oltre 4 mila morti e radendo al suolo città come Torre del Greco e Torre Annunziata. L’Etna a differenza del Vesuvio ha una pressoché costante attività effusiva con un tipo di magma che gli esperti definiscono di tipo basico e non gassoso che riduce quindi il rischio di possibili ed improvvise grandi esplosioni. Ma di certo anche il nostro vulcano in questi ultimi secoli non ci ha risparmiato paure e catastrofi. Imponente fu l’eruzione del 1792 durata fin nel 1793; per non parlare poi di quella del 1843 con una colata che raggiunse le porte di Bronte provocando circa quaranta morti. Lunga e gravissima fu poi definita quella del 1892, e di certo non meno dannosa fu quella del 1928 durata circa 20 giorni che distrusse gran parte dell’abitato di Mascali.
Paure a parte a noi piace sempre ammirare l’Etna da cartolina, ovvero quel Mons-Gebel icona della nostra Sicilia, che ha ispirato scrittori e poeti e che il mondo intero ci invidia.
Peregrino del mare, se da lungi tra i flutti
vedi brillare il fuoco dell’Etna,
i lini tutti spalanca al vento, e corri!
Quivi è eterno riso: approda a queste spiagge,
è questo il Paradiso !
Ettore Romagnoli