Lettera aperta di un'insegnante della Scuola pubblica: ecco gli 8 NO al DDL Scuola nelle parole di un'insegnante di Palermo contro le misure previste dal DDL BuonaScuola del Governo Renzi.
"Chi le scrive è un'insegnante della Scuola pubblica italiana. La stessa Scuola di Stato "pilastro" della democrazia repubblicana che sta morendo lentamente per mano vostra.
Per intenderci appartengo a quella categoria che già indossa gli abiti a lutto. Non so se ne sa qualcosa.
Oggi non mi dilungherò a parlare di questa lenta e penosa agonia a cui, però, ci rifiutiamo di assistere inerti e rassegnati. Preferisco andare al dunque e specificare con un semplice no cosa contestiamo al vostro ddl. Se permette credo di potere dire la mia, considerando il fatto che "abito" nella scuola da 26 anni e un "pochino", magari, la conosco.
Desideravo fare un'unica precisazione: l'educazione, cosí come la intendiamo io e la maggior parte dei miei colleghi, non è un business, né un albero da potare. La scuola è un ambiente in cui si formano cittadini critici e consapevoli.
Fatta questa doverosa premessa, passiamo ai NO.
NO a una scuola pubblica merce di scambio, aziendalizzata e mortificata;
NO agli albi territoriali che sviliscono la funzione dicente;
NO al dirigente sceriffo super manager e gerarca con funzioni e facoltà di giudizio spropositate;
NO al blocco salariale e alle classi pollaio;
NO a una scuola che forma sudditi acritici e fedeli ai sovrani di turno;
NO a una scuola che favorisce l'insana competizione;
NO a una scuola luogo antidemocratico di divisione e selezione;
NO A QUESTO ASSURDO DDL.
Ora passiamo ai miglioramenti e a cosa intendiamo noi per riforma.
SÌ alla scuola statale LIBERA, DEMOCRATICA, REPUBBLICANA e INCLUSIVA;
SÌ a maggiori risorse e sicurezza nella scuola;
SÌ a una scuola multietnica e variegata dove, insieme alle materie, si insegni il rispetto per le diversità;
SÌ ad un corrispettivo economico DIGNITOSO per i docenti. Parafrasando J.F. Kennedy non si può dare a chi si affidano le menti dei propri figli un salario inferiore a quello pagato a coloro ai quali si affida la cura del proprio impianto idraulico;
SÌ a una scuola che formi cittadini consapevoli, luogo di aggregazione sociale;
SÌ a valorizzazione e gratificazione del corpo docente svilito, mortificato e umiliato;
SÌ a una SCUOLA PROTAGONISTA anziché fanalino di coda.
Noi lotteremo per tutti questi SÌ.
Ci può contare".
Nelly Polizzi
(Insegnante presso la Direzione didattiva Giovanni XXIII, plesso Trieste – Palermo)