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Pino Daniele è uno dei cantanti più famosi d’Italia. Il suo timbro vocale e la sua anima blues rimarranno indelebili. Già quando il cantante era in vita era iniziata una querelle con la sua ex moglie Dorina Giangrande.

Nel frattempo il cantautore si era sposato un’altra volta per poi separarsi (anche se non legalmente) e trovare una nuova donna. 

Nel 2015 a soli 59 anni Pino Daniele si spense. 

A distanza di quasi tre anni   prima sezione civile della Cassazione ha emesso la sentenza che prevede che alla morte di uno dei coniugi decade automaticamente la causa intrapresa per il diritto all'assegno di divorzio e della sua quantificazione, che non può ricadere sugli eredi.

Cioè sui figli del cantante che in cima alle sue volontà testamentarie aveva messo loro: Alessandro e Cristina, avuti dalla prima moglie, Dorina Giangrande, oltre a Sara, Sofia e Francesco, nati dal secondo matrimonio con Fabiola Sciabbarrasi.

 Sulla questione da anni si dibatte con diversi orientamenti giurisprudenziali: il primo, pur riconoscendo che «il diritto al mantenimento» ha una «natura patrimoniale speciale poiché indisponibile e incedibile e ha un carattere strettamente personale», ritiene che comunque «la morte del soggetto obbligato, avvenuta nelle more del giudizio, non determini la cessazione della materia del contendere, permanendo l'interesse della parte richiedente l'assegno al credito avente ad oggetto le rate scadute anteriormente alla data del decesso, credito che risulterebbe trasmissibile nei confronti degli eredi». L'altra tesi, sancita ora dalla Cassazione, invece, mette in evidenza che l'articolo 149 del codice civile «prevede che il matrimonio si scioglie in conseguenza della morte di uno dei coniugi e che tale evento non solo deve considerarsi preclusivo della dichiarazione di separazione e di divorzio ma ha anche l'effetto di travolgere ogni pronuncia accessoria alla separazione e al divorzio emessa in precedenza e non ancora passata in giudicato». 

Fonte: Il Giornale