Una bella vittoria per il monaco buddista Gyosho Morishita che ha ottenuto la possibilità di avere libero accesso alla stradella che conduce al tempio e alla pagoda, realizzati 25 anni fa nella collina di contrada Canicarao a Comiso, nel Ragusano. Scopriamo, di seguito, cosa sappiamo di questa vicenda alquanto bizzarra.
Monaco Buddista vince ricorso: potrà accedere alla sua pagoda
Dal 1980 il monaco buddista Gyosho Morishita vive a Comiso dove ha realizzato tempio pacifista. Da sei mesi, tuttavia, Gyosho Morishita non può più entrare e uscire liberamente dal tempio dove vive poiché il proprietario del terreno su cui sorge la pagoda, Salvatore Giannì (che aveva concesso in locazione il terreno per 99 anni) e la moglie Kadiu Valbona, hanno chiuso con un cancello la stradella d’ingresso alla collina, dove la coppia vive in un’abitazione poco distante, privando il monaco della chiave.
Il ricorso al tribunale
Morishita ha, quindi, presentato ricorso al tribunale, assistito dall’avvocato Annalisa Ferlisi. Il giudice, dopo due provvedimenti temporanei, che disponevano l’accesso al tempio per Morishita, ha emesso questa mattina una ordinanza sentenza che prevede l’accesso libero per Morishita, che dovrà essere in possesso delle chiavi e l’apertura del cancello negli orari previsti per la preghiera (per Morishita si svolge alle 4,30 del mattino e nel pomeriggio dalle 16,30 alle 18,30).
L’ordinanza del tribunale
Il giudice del tribunale di Ragusa Giovanni Giampiccolo, ha deciso, con un’ordinanza emessa questa mattina, che ha accolto il ricorso presentato dal reverendo Giosho Morishita, della Nipponzan Myohoji, organizzazione buddista giapponese. Morishita dovrà inoltre essere “reintegrato nella detenzione del bene come previsto dal contratto di affitto, consentendo il ripristino della conduttura idrica e l’accesso al tempio al reverendo, in ogni tempo e anche accompagnato da veicoli. Per i pellegrini l’accesso sarà limitato solo all’ora di preghiera”.
La storia di Gyosho Morishita
Gyosho Morishita, arrivato a Comiso nel 1980, in concomitanza con l’installazione dei missili Cruise all’interno della base Nato, ha partecipato alle manifestazioni pacifiste, realizzando dapprima un tempio buddista, poi la pagoda, con un piccolo alloggio privato.
La storia della pagoda di Comiso
Comiso, che negli anni Ottanta ospitò una base missilistica Nato cruciale durante la guerra fredda, dagli anni Novanta accoglie nel suo territorio uno dei pochissimi templi buddisti mai realizzati in Europa (ottanta in tutto il mondo). L’edificio interamente bianco, consacrato nel 1997, è chiuso da una cupola sormontata da un pinnacolo e ospita una statua dorata del Buddha. La Pagoda della Pace fu fortemente voluta dal monaco giapponese Gyosho Morishita giunto in Sicilia nel 1982 sulla scia delle manifestazioni contro l’installazione della base Nato e le sue testate nucleari. La scelta del luogo fu determinata da diverse ragioni: la Sicilia è sempre stata terra di incontro e confronto fra culture diverse, e Comiso consentiva di erigere un tempio dedicato alla pace proprio di fronte ad un insediamento militare e in un sito geologicamente significativo, esattamente sulla faglia di incontro tra Europa e Africa, in un punto caratterizzato da una forte energia naturale.