Le scosse di terremoto in Sicilia sono all’ordine del giorno, e quelle di stamane e di domenica non fanno eccezione, e si vanno ad aggiungere a quelle registrate da almeno una settimana, dalle strumentazioni dell’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
La scossa di stamattina presto, è stata localizzata nel mar Tirreno, ad una profondità tale che non è stata avvertita in superficie dalla popolazione.
Nessuna paura, preoccupazione o danni dunque, per una scossa che ha raggiunto soltanto i 2.5 di magnitudo. Lo stesso discorso si è rivelato per la scossa di terremoto che è stata registrata domenica scorsa, quando l’INGV ha ricevuto i dati relativi ad terremoto di magnitudo 2.7. Durante la settimana, molteplici le scosse che hanno monopolizzato il Tirreno, a 7,6 chilometri di profondità, al largo delle isole Eolie; lunedì è stata localizzata un’altra scossa, di magnitudo 2.1, che ha coinvolto il territorio siracusano verso le 10:09 della mattina. Mercoledì c’è stato il bis, sempre nel Tirreno, in provincia di Siracusa, e nel canale di Sicilia, dove le scosse hanno raggiunto magnitudo 3.0, ma non sono state avvertite dalla popolazione.
Altre tre lievi scosse sono state avvertite oggi presso i monti Sibillini, davanti alla costa marchigiana; la prima di stanotte, registrata nella zona di mare disposta di fronte a Pesaro, alle 00:02, con magnitudo 2.2. Dopo circa 1 ora e venti minuti, le scosse di terremoto si sono spostate in Calabria, epicentro il territorio dell’Aspromonte. Alle due del mattino circa, con la stessa intensità del terremoto registrato nelle Marche, è invece stato registrato un movimento sussultorio in Sicilia, al largo delle isole Lipari, e alle tre, tra il golfo di Patti e di Milazzo.
Niente di nuovo insomma dunque, e niente di cui preoccuparsi; tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, altre scosse di terremoto sono state registrate alle isole Fiji, nel calabrese e nelle Dolomiti, scosse che non hanno risparmiato poi la Grecia, la zona di Rimini, del Gargano, del bacino di Gubbio, e dei promontori situati tra Abruzzo e Teramo. È la crosta terrestre che si sta assestando; nella maggior parte dei casi, le scosse arrivano da profondità tali che non sono avvertite dalla popolazione, in superficie. Inoltre, spesso, non superano i 3.0 della Scala Richter; le più forti, nell’ordine dei 3.5, sono state registrate i territorio calabro, sull’Aspromonte.
Autore | Enrica Bartalotta