La palermitana Lidia Vivoli è tornata a rivivere l'incubo. Il 25 giugno 2012 quello che allora era il suo compagno la massacrò di botte, rischiando di ucciderla. Dopo quell'episodio lei lo denunciò, ma adesso, a distanza di 5 anni, lui sta per uscire dal carcere. E Lidia è preoccupatissima, come ha raccontato al "Corriere della Sera". Dopo il buio, la donna, 45 anni, ha trovato un altro compagno e dal loro amore sono nati due gemellini. Adesso però non dorme più.
"Visto che le vittime non hanno diritto nemmeno a sapere quando esce il proprio aguzzino, dobbiamo essere noi a fare i conteggi. Lui è stato condannato a 4 anni e 6 mesi e la sua pena teoricamente finisce a novembre. Considerando però i premi di 45 giorni ogni sei mesi e una probabile penalizzazione per una evasione dai domiciliari, prevedo che torni libero tra maggio e luglio. Più si avvicina quel momento, più cresce l’angoscia. Appeno mangio qualcosa vado subito a vomitare, la notte mi sveglio in continuazione, ho le palpitazioni al minino rumore. Sono terrorizzata soprattutto per i miei bambini", dice Lidia Vivoli.
Lei stessa racconta cosa successe quella terribile notte in un appartamento di Santa Flavia. "Un femminicidio mancato. Da tempo tra noi c’erano problemi. Era gelosissimo, ogni appuntamento pensava che celasse un tradimento. Poi non lavorava e praticamente ero io a mantenerlo. Quella notte, dopo l’ennesima discussione, andò in bagno e qualche minuto dopo tornò con una padella di ghisa. Cominciò a colpirmi fino a rompermela in testa. Poi afferrò le forbici e mi colpì al ventre e alla coscia. Lottai, cercai di resistere, ma lui mi tenne immobilizzata per tre ore. Mi liberò solo con la promessa che non lo avrei denunciato".
Lidia teme la voglia di vendicarsi dell'ex compagno, che vive a circa 50 chilometri di distanza: "Cinque mesi dopo l'arresto ottenne i domiciliari, e cominciò a mandarmi messaggi su Facebook. Un giorno me lo ritrovai davanti. Mi disse che voleva tornare con me, che lo stavo rovinando, che me l'avrebbe fatta pagare. Se domani lui mi ammazza non cambierà nulla. Nessuno si preoccuperà della mia famiglia, degli orfani. Qualche articolo sui giornali, dichiarazioni di circostanza e poi tutto come prima. Dopo una violenza per noi e le nostre famiglie tutto diventa difficile, dovremmo sentirci tutelate e invece veniamo abbandonate. Ricevo tanti messaggi di donne che per questo hanno paura a denunciare".