La lingua siciliana arriva sui banchi di scuola come materia di insegnamento. La conferma è arrivata dal vicepresidente della Regione siciliana, Gaetano Armao, che ha inaugurato l'inizio dell'anno scolastico all'istituto di istruzione secondaria Alessandro Volta di Palermo.
Nel corso della sua visita, l'assessore ha posto l'accento sulla "salvaguardia della cultura e della lingua siciliana" e ha poi invitato gli studenti a non dimenticare mai il dialetto. Il suo invito è stato accolto da un fragoroso applauso.
«Per questo motivo – ha spiegato il vicepresidente – il governo regionale, in coincidenza con la ricorrenza delle celebrazioni dello Statuto, ha maturato la decisione di rendere attuativa la legge 9 del 2011 sull’insegnamento del dialetto siciliano nelle scuole. Con l’assessore all’Istruzione, Lagalla, siamo impegnati a far studiare sui banchi di scuola, per un’ora la settimana, oltre alle lingue straniere, anche il dialetto».
All’inaugurazione erano presenti anche il dirigente scolastico Matteo Croce, il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Marco Anello e il vicequestore aggiunto del Commissariato di Brancaccio, Maurizio Antonucci.Oltre 500 alunni hanno accolto il vicepresidente Armao nei campetti esterni dell’edificio: “Rivolgo un saluto affettuoso agli studenti a cui auguro un buon inizio d’anno – ha detto -. Voi siete il futuro della Sicilia. Sono convinto che compito delle istituzioni scolastiche sia oggi quello di preparare gli studenti ad acquisire la capacità di essere flessibili e a lavorare bene con gli altri in una gamma vastissima di situazioni sociali. Per questo, cari ragazzi, vi invito a fare squadra: oggi più che mai serve una scuola di qualità che non può più essere vissuta utilizzando solo competenze individualistiche o competitive. Per raggiungere alti traguardi è necessario collaborare e cooperare”.
La lingua siciliana, patrimonio da tutelare
La lingua siciliana (perché parliamo proprio di una lingua) è un idioma appartenente alla famiglia indoeuropea ed è costituita da quell'insieme di dialetti italo-romanzi parlati in Sicilia e, in parte, anche in Calabria.
L'Unesco, che riconosce al siciliano lo status di lingua madre, lo descrive come "abbastanza distinto dall'italiano tipico tanto da poter essere considerato un idioma separato", sulla base di analisi di sistemi fonologici, morfologici e sintattici, nonché del lessico.