Fritto, spezie e urina di animali: sono questi gli odori che più spesso provocano liti nei condomini. È quanto emerge da un’analisi dell’ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea degli Amministratori d’Immobili, effettuata sulle segnalazioni ricevute dai suoi 13 mila associati. Ecco la "classifica":
1. Le cosiddette “immissioni”, ovvero i rumori e odori provenienti da altri appartamenti. Il classico ticchettio di scarpe femminili a tutte le ore, l’odore di cipolla reiterato, lo spostamento di mobili a tarda ora sono casi tipici di questo genere di motivazione. Anche la cucina etnica e i suoi aromi forti sono sempre più spesso al centro di dispute di condominio.
2. L’apposizione in aree comuni, vale a dire la collocazione in ambito condominiale di oggetti e mezzi di un singolo condomino. Quale esemplificazione: la fioriera attaccata al muro, l’automobile parcheggiata in uno spazio non autorizzato nel garage condominiale.
3. I rumori in cortile, in particolare il gioco dei bambini. In un’epoca di demografia a quota zero, le voci infantili sono, purtroppo, sempre meno tollerate.
4. L’innaffiatura di piante e balcone, nel caso in cui il flusso idrico investa pesantemente gli spazi sottostanti, appartenenti ad altri condomini.
5. Il rapporto con gli animali domestici, soprattutto quando si trovano in ascensore o nel giardino condominiale.
6. Le liti che riguardano, a vario titolo, l’esterno del condominio: il bucato in evidenza o gocciolante, i mozziconi gettati dalla finestra, lo sbattimento di tovaglie.
Secondo l’articolo 844 del Codice Civile, "l’immissione non può essere impedita a meno che non superi la normale tollerabilità, rilevata nel contesto di riferimento”. Tuttavia non è facile definire i parametri di ciò che è tollerabile e ciò che, invece, non lo è, soprattutto quando si tratta di odori. Ecco perché è "meglio trovare una soluzione amichevole e cercare di essere tolleranti. In questo, le capacità negoziali dell’amministratore sono fondamentali. La soluzione ideale, infatti, consiste nel sanare la situazione prima che i rapporti tra i vicini peggiorino".
In particolare, sugli odori da cucina etnica, il presidente Giuseppe Bica mette in guardia contro la tentazione di andare alla guerra: "Evitate gli scontri di civiltà. Ci troviamo spesso di fronte a condomini che non sopportano le spezie, ma poi cucinano i cavoli alle 7 del mattino. Laddove la canna fumaria sia funzionante, il consiglio migliore è di usare il buonsenso e, magari, di organizzare una cena in condominio, con pietanze etniche e non. È il modo migliore per conoscere e rispettare la cucina dell’altro".